Il 12 giugno si terrà l’atteso vertice di Singapore tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il leader nordcoreano, Kim Jong-un. ieri sera, il presidente americano, ha ricevuto nello Studio Ovale della Casa Bianca il generale Kim Yong-chol, uno dei più stretti collaboratori del leader nordcoreano. «Sarà un lungo processo, ma alla fine verrà coronato dal successo».Durante l’incontro, Kim Yong-chol, vicepresidente del comitato centrale del Partito dei lavoratori, ha consegnato a Trump una lettera in cui Kim Jong-un , secondo i media statunitensi, esprime la volontà di sedersi al tavolo delle trattative «senza avanzare minacce né concessioni». La missiva di Kim è stata la risposta a quella del 24 maggio scorso con cui il presidente statunitense aveva cancellato il vertice, lasciando, però, aperta la porta del dialogo. Trump ha confermato il fondamentale proposito di denuclearizzazione della penisola coreana, precisando che durante i colloqui «resteranno congelate le centinaia di nuove sanzioni» già pronte contro la Corea del Nord. L’incontro tra Trump ed Kim Yong-chol è durato oltre due ore ed è stato suggellato da una stretta di mano finale, di fatto, si tratta del più alto in grado nordcoreano alla Casa Bianca, l’ultimo incontro risale a 18 anni quando ci fu un faccia a faccia tra il generale Jo Myong-rok e l’allora presidente Bill Clinton. La conferma per il vertice del 12 giugno, a fatto ben fruttare il colloquio, facendo cosi progredire i negoziati. Ecco quanto ha commentato il segretario di stato americano, Mike Pompeo «Passi nella giusta direzione», pur mettendo in risalto che c’è «ancora molto lavoro da fare» prima di arrivare a Singapore. La Corea del Sud ha accolto con favore il ritorno in calendario del vertice tra Trump e Kim. «È come se la strada si sia ampliata e allargata», ha rilevato in una breve nota Kim Eui-kyeom, portavoce della presidenza di Seoul. «Guarderemo con entusiasmo, ma anche con calma, allo storico meeting di Singapore», con la speranza che inizia una nuova era finalizzata al bene comune.
Raffaele Fattopace