Si è svolto sabato 26 maggio il congresso fondativo di “Radicali per il Mezzogiorno europeo”, associazione fondata dopo oltre un anno di presenza “sul campo” su iniziativa dell’avvocato Raffaele Minieri, membro della direzione nazionale di Radicali Italiani, che ha riunito fra Napoli e Caserta un nutrito gruppo di militanti. Il congresso ha eletto all’unanimità Sarah Meraviglia (attuale membro del comitato nazionale di Radicali Italiani) segretaria, Emilio Martucci tesoriere e Fabrizio Ferrante presidente. Hanno preso parte ai lavori anche Antonella Soldo, presidente di Radicali Italiani, e l’onorevole Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani e deputato di +Europa. Quest’ultimo è intervenuto ponendo l’accento su quanto sta accadendo nel Mediterraneo (visto coi propri occhi nei giorni scorsi a bordo della nave di una Ong) col dramma dei migranti e su ciò che sta avvenendo a Roma con la vicenda Atac, al centro di una campagna dei Radicali finalizzata a ottenere la liberalizzazione dei servizi del trasporto pubblico locale nella Capitale. I cittadini romani saranno chiamati a votare per un referendum consultivo proprio in tal senso. La fase prettamente congressuale è stata preceduta da due tavole rotonde, la prima vertente su Giustizia giusta, diritti, reintegrazione, misure alternative e carcere, ha visto gli interventi del professor Antonio Nappi, dell’avvocato Leopoldo Perone e della giornalista di Fanpage, Gaia Bozza, intervenuta sulla vicenda di Roberto Leva, detenuto in condizioni disperate per non chiare ragioni, il cui legale è proprio l’avvocato radicale Raffaele Minieri. Infine è intervenuto il garante dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello, che ha fornito una serie di dati eloquenti.
Il Professor Samuele Ciambriello ha parlato di un’Italia “carcerocentrica” nella quale il concetto di pena viene inteso quasi solo esclusivamente con una permanenza, più o meno lunga, in cella. Ha toccato importanti aspetti come le presunte violenze (caso Roberto Leva) nel carcere di Poggioreale, la cella zero e ciò che è stato (ma che oggi non sarebbè più) la sanità in carcere e la difficile realtà dei minori dietro le sbarre ma anche di quelli in libertà. Il garante dei detenuti ha inoltre fornito numeosi dati sull’attuale realtà carceraria campana. Dal 1992 oltre 25 mila cittadini, di cui l’anno scorso 400, a Napoli e provincia hanno ricevuto un risarcimento economico per ingiusta detenzione. Tra questi un giornalista la cui unica colpa è stata quella di redigere comunicati stampa per la persona sbagliata, circostanza costatagli sei mesi di carcere dopo un interrogatorio col celebre capitano “Ultimo”. Dopo un riferimento sull’assenza della responsabilità civile dei giudici, Ciambriello ha ricordato che 61 persone hanno ricevuto risarcimenti per oltre 4 milioni a causa di torture subite in carcere o luoghi dello Stato, senza che mai nessuno sia stato perseguito per tali condotte. Il garante chiede la stabilizzazione degli operatori sanitari nelle carceri e allo stato attuale 3600 detenuti fra Poggioreale e Secondigliano non hanno punti di riferimento, finendo per non essere curati adeguatamente. 12 sono i posti al Cardarelli per i detenuti ammalati (padiglione Palermo) e tre all’ospedale San Paolo per una popolazione di 3600 detenuti.
7321 detenuti sono al momento ristretti nelle carceri campane a fronte di appena 24 assistenti sociali. 4100 sono gli agenti di custodia a fronte di 5000 previsti dalla pianta organica. Spesso un agente deve guardare fino a 170 detenuti con tutti i rischi del caso. L’anno scorso in Campania cinque detenuti si sono suicidati, di questi solo uno era ergastolano. Gli altri avevano pene residue di massimo tre anni e, nonostante questo, non ce l’hanno fatta ad affrontare il carcere. 77 sono stati i tentativi di suicidio e più di 600 gli atti di autolesionismo. Denuciata inoltre la presenza delle celle di ferro del padiglione Roma, un tempo sezione femminile e che oggi ospita trans e sex offenders in condizioni invivibili con i servizi igienici posti a pochi passi dai letti. Ciambriello ha evocato come rivoluzionaria la sentenza Torregiani, ottenuta “dal basso” attraverso il ricorso alla Cedu, da un semplice detenuto di Busto Arsizio. Quanto ai malati con patologie psichiatriche, una settantina di posti sono stati allestiti nelle Rems ma più di 200 ammalati psichici sono nelle carceri dove non possono essere curati. 80 sono invece i minori ristretti fra Airola e Nisida, “adolescenti a metà con la morte nel cuore” – li ha definiti il garante – che non si limitano più ai piccoli furti ma non esitano a sparare. 250 sono nelle comunità, 5000 solo l’anno scorso sono stati fermati e denunciati.
La seconda tavola rotonda si è occupata di Mezzogiorno ponte d’Europa, lavoro, investimenti e trasporti. Sono intervenuti Berardo Impegno del Partito Democratico, l’avvocato Gaetano Brancaccio, l’avvocato Angela Marino ed Enzo Perrotta, presidente del centro commerciale naturale Vomero-Arenella. Sono stati affrontati temi economici come il presunto debito ingiusto del Comune (non senza critiche all’amministrazione de Magistris) e il cattivo utilizzo dei fondi europei; il rilancio del Porto di Napoli, una riqualificazione vera dei monumenti e di aree come il molo san Vincenzo e la fortezza di San Gennaro, indicati come zone dall’alto potenziale imprenditoriale e turistico. L’associazione Radicali per il Mezzogiorno europeo, stando alla mozione generale approvata dove non mancano riferimenti alla sua natura libertaria, antiproibizionista e nonviolenta che si riconosce nelle lotte e nel metodo di Marco Pannella, promuoverà il progetto federalista europeo; proseguirà l’impegno finalizzato a ottenere a Napoli il garante cittadino dei detenuti, da affiancare a quello regionale, come già avviene in città quali Roma, Cagliari e Reggio Calabria; aderisce alla campagna “We are a welcoming Europe. Let us help”, sul tema dell’accoglienza dei migranti e approfondirà dopo accurato studio i temi riguardanti la gestione delle società partecipate, con particolare attenzione ai trasporti col fine di individuare gli strumenti più adatti a realizzare iniziative politiche su tale materia.
Fabrizio Ferrante