Ancora il Senato, ancora un fuga. Dopo il ripensamento sul caso Diciotti (prima sì all’autorizzazione a procedere, poi il no votato dalla maggioranza di governo), Matteo Salvini si eclissa anche dal dibattito sui presunti finanziamenti russi alla Lega. Aveva detto: “Andrò”. Poi: “Parlerò dopo il premier”. Era trapelato che lo avrebbe fatto dai banchi della Lega marcando una distanza dall’esecutivo di cui fa parte e dal Movimento 5 stelle. Sarà Matteo Renzi a parlare in Aula al Senato per il gruppo Pd dopo l’informativa del premier Giuseppe Conte sul caso Lega-Russia. Lo ha deciso l’assemblea dei senatori dem riunitasi oggi, non senza qualche polemica.
L’ex premier aveva espresso ieri sui social l’intenzione di intervenire e oggi il capogruppo Andrea Marcucci ha appoggiato la scelta, riferendo che il segretario Pd Nicola Zingaretti aveva lasciato la decisione agli stessi senatori. “Renzi è la voce più autorevole che possiamo avere”, ha detto Marcucci all’assemblea, secondo quanto riferito. Il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Pd, ha affermato di “non condividere il metodo di Renzi di annunciare la sua intenzione alla stampa e di Marcucci di assecondarlo”. Sulla stessa linea i senatori Luigi Zanda e Roberta Pinotti, rispettivamente tesoriere e responsabile sicurezza del partito. Altri senatori sono intervenuti a difesa di Renzi.