Coordinare l’apertura dei confini per dare un segnale chiaro ai cittadini dell’Unione, far ripartire il turismo e ripristinare un pilastro del progetto europeo, l’area Schengen. A chiedere di ripartire tutti insieme sono i leader dei due paesi più duramente colpiti dal coronavirus: Italia e Spagna. Che dopo essere faticosamente usciti da una pandemia senza precedenti, cercano ora di risalire la china della durissima crisi economica che il virus ha lasciato dietro di sé.
Per questo Giuseppe Conte e Pedro Sanchez hanno deciso di scrivere alla presidente della commissione europea Ursula von der Leyen, per sgombrare il campo, dati alla mano, su i rischi di un eventuale ritorno dei turisti nei loro paesi e far ripartire il turismo europeo all’unisono.
“Crediamo che per avere una ripartenza armonica ed efficace il rallentamento delle restrizioni ai nostri confini interni debba essere portato avanti in una maniera coordinata e non discriminatoria, basata su chiari, comuni e trasparenti criteri epidemiologici”. Nessuno sconto, insomma, ma numeri, (con il ruolo guida del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie) per scacciare l’idea che vi siano ancora paesi ‘appestati’ e dimostrare che ormai si può viaggiare in sicurezza in due Stati per i quali il turismo rappresenta una notevole percentuale di pil.
Ma con la consapevolezza, di qui l’iniziativa della lettera, che una riapertura congiunta e coordinata finirebbe per convincere anche i paesi più scettici che altrimenti rischierebbero di trovarsi isolati. Un lavoro, quello per spiegare all’estero la reale situazione italiana, che sta portando avanti anche il titolare della Farnesina Luigi Di Maio, che ha scelto non a caso la Germania (dalla quale arrivano in Italia la maggior parte dei turisti europei) per la sua prima missione all’estero post-Covid. E ottenuto l’assicurazione che il 15 giugno i tedeschi potranno tornare in Italia. Assicurazione giunta anche dalla Svizzera, oltre che dalla Francia, tanto che Di Maio definisce la metà di giugno il D-Day del turismo europeo. Anche se non tutti i paesi la pensano così. “Credo che torneremo al pieno funzionamento dell’area Schengen non più tardi di fine giugno”, ha detto la commissaria Ue dell’interno, Ylva Johansson, al termine della videoconferenza dei ministri dell’interno europei spiegando che molti Paesi toglieranno le restrizioni già il 15 giugno, ma alcuni “dicono di non essere pronti a farlo” e di aver bisogno di valutare ulteriormente la situazione epidemiologica. Uno su tutti l’Austria che all’Italia, al momento, non ha ancora aperto.