E’ stato approvato all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu la risoluzione che estende per un anno l’Operazione Sophia dell’Unione europea (Eunavfor med – Operation Sophia), autorizzata nel 2015 per combattere il contrabbando di armi nelle acque internazionali al largo delle coste della Libia. Il mandato, sarà in vigore sino al 2020 con possibile estensione, l’ultima proroga risale a marzo scorso. Dando cosi modo ai responsabili dell’operazione, di ispezionare le imbarcazioni che navigano nel Mediterraneo sospettate di trasportare armi. lo scorso 17 maggio, António Guterres Segretario Generale delle Nazioni Unite, in un rapporto aveva denunciato al Consiglio di sicurezza dell’Onu: «In marzo i Paesi dell’Unione europea hanno esteso il mandato della missione navale ma hanno preso la singolare iniziativa di limitare le operazioni rifiutando di consentire il dispiegamento di unità navali». Palesando, l’importanza di prevenire la proliferazione di armi in Libia esortando tutti i paesi membri a perseguire l’autorizzazione concessa alle autorità marittime europee lo scorso giugno di imporre un embargo sulle armi al largo delle coste libiche, passaggio fondamentale per ridimensionare il conflitto in corso e per ristabilire la stabilità nel paese. Juergen Schulz, vice-ambasciatore Onu della Germania è dello stesso parere, dichiarando che «la fornitura di armi apparentemente illimitata alimenta l’errata convinzione che ci sia una soluzione militare del conflitto e contribuisce alla mancanza di volontà degli attori di concordare un cessate il fuoco e riprendere il processo politico». Con un tweet, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha pubblicato che la conta dei morti in Libia ha raggiunto il numero di 653 dall’inizio degli scontri a Tripoli, mentre i feriti sono stati 3547. Con il rinnovo del mandato, le attese sono notevoli per la diminuzione del contrabbando di armi e delle vittime che lo stesso traffico illegale lascia sul terreno.