“In questo clima tra cospiratori della speranza, vorrei subito chiarire: i volontari sono dei cospiratori della speranza non delle persone che sono lì per dare alle persone diversamente liberi, qualcosa’altro. Il titolo di oggi che parla di carcere e giustizia ci deve portare a riflettere, del perchè la giustizia è fallita. Entrare in carcere significa far rispettare i diritti di tutti i detenuti, informare i detenuti è un obbligo giuridico e di solidarietà. Infine, vi è bisogno di continuità per portare avanti le relazioni con i detenuti”. Così si è espresso il Garante dei Detenuti, Samuele Ciambriello, durante il Convegno :”Carcere e giustizia, da un altro punto di vista”, avvenuto presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. Durante il convegno , sono intervenuti : il Vescovo ausiliare di Napoli ,Salvatore Angerami , il Professor Giuseppe Ferraro , la Dottoressa e Direttrice della casa circondariale di Poggioreale Maria Luisa Palma , il Direttore Ufficio Pastorale ,Sociale e del Lavoro dell’Arcidiocesi di Napoli Antonio Mattone ,e Don Franco Esposito . L’evento è stato moderato dal Professore Carmine Matarazzo .
Intervento da rimarcare è quello del Vescovo ausiliare di Napoli ,Salvatore Angerami che ha dichiarato :“Visitare le Carceri è un esercizio all’educazione della speranza e di riconciliazione con Dio ma soprattutto con Dio . Ciò che deve spronare è Dio , motivo e promessa di speranza “.
Altra opinione da sottolineare è quella del Professor Giuseppe Ferraro che ha evidenziato le sue considerazioni in merito ad un tema cosi delicato :”Questo è un argomento delicato perchè solo Dio può perdonare . Per perdonare bisogna essere in tre :c’è quindi bisogno di fare un percorso ma rivolti verso Dio .Per conoscere la verità e la giustizia , c’è bisogno della Libertà che è determinata dalla qualità dei legami “.
A seguire si sono espressi anche la Dottoressa e Direttrice della casa circondariale di Poggioreale Maria Luisa Palma , ed il Direttore Ufficio Pastorale ,Sociale e del Lavoro dell’Arcidiocesi di Napoli Antonio Mattone che hanno dichiarato :“Il carcere-sottolinea la Direttrice Maria Luisa Palma- è la risposta per raggiungere la sicurezza dei cittadini, ed esiste una correlazione tra carcerazione ed esclusione sociale. Il carcere è un luogo dove si vuole mantenere l’uomo per rieducarlo. Ciò è possibile quando si valorizza l’uomo che ha sbagliato e quando la sanzione è legata alla non distruzione dell’uomo stesso e della sua dignità”. Mattone ha dichiarato : “ La presenza dei cristiani nelle carceri non è una questione di buoni sentimenti. Solo gli ergastolani non escono più. Un carcere cattivo serve solo ad abbassare la soglia di umanità di tutti i cittadini. Si perde il lavoro e la salute in carcere dove vige la legge del più forte. Il carcere è pieno di giovani, senza fissa dimore, ed è un contenitore si povertà, un luogo pieno di dolore umano. Un carcere più umano è l’unica arma per cambiare le persone”.
Infine le conclusioni sono state affidate a Don Franco Esposito che ha dichiarato: “Gli uomini ti fanno pagare una colpa, Dio non te la fa pagare la colpa. Anche il carcere più innovativo è contro l’uomo, la qualifica del volontario è di sentire propria la sofferenza dell’altro, ed è il momento dove si va oltre“.