“Sponde sonore. Rotte musicali barocche tra Napoli e Spagna”. E’ il tema della terza edizione de “I Musicisti della Via Atellana”, spazio aperto da qualche anno all’interno di PulciNellaMente e curato dal critico musicale Lorenzo Fiorito.
Il convegno-concerto si terrà martedì 5 luglio, alle ore 19:00, nel seicentesco Palazzo Ducale Sanchez de Luna in Piazza Tenente Macrì (già Umberto I) a Sant’Arpino (CE).
Come da tradizione, il programma della serata è di assoluto prestigio. Oltre al direttore di PulciNellaMente, Elpidio Iorio, e al sindaco di Sant’Arpino, Ernesto Di Mattia, parteciperanno Carlos Maldonado Valcárcel, Console Generale di Spagna a Napoli, Ana Navarro, direttrice Istituto Cervantes di Napoli.
Dopo l’introduzione di Lorenzo Fiorito, direttore artistico del Festival “F. Durante” di Frattamaggiore, che introdurrà il tema “La musica nel Secolo d’oro: Napoli spagnola, Spagna napoletana”, interverranno Paologiovanni Maione, docente di Storia della Musica presso il Conservatorio S. Pietro a Majella, con “Contaminazioni “spagnole” nella commedia per musica di primo Settecento”, e Guido Olivieri, docente di Musicologia presso l’Università di Austin, Texas (USA), che parlerà dei “Musicisti napoletani nella Cappella Reale di Barcellona (1707-13)”.
Ad eseguire alcune arie d’epoca sarà il mezzosoprano Alessia Esposito, accompagnata al piano dal M° Imma Franzese.
Il tema della serata è particolarmente interessante perché “indagherà” i rapporti, le collaborazioni, gli scambi, tra le due sponde del Mediterraneo ovvero tra la musica spagnola e la musica di scuola napoletana in età barocca.
Le “rotte musicali barocche tra Napoli e Spagna” sono, infatti, quelle percorse dai compositori che tra ‘600 e ‘700 viaggiavano nell’uno e nell’altro senso tra i due Paesi. Mentre nel Seicento sono più i musicisti spagnoli che arrivano in Italia, nel Settecento ci sono tanti italiani che occupano posizioni anche di grande rilievo nelle corti iberiche.
In verità, già al tempo di Alfonso V, re di Napoli dal 1452, si erano alternati a corte musici italiani con altri venuti dalla Catalogna o da Valenza. Ma i rapporti tra la musica spagnola e la musica di scuola napoletana sono stati veramente fecondi nel “doppio” Secolo d’oro (il ‘600 per la Spagna, soprattutto in letteratura, il ‘700 per la musica di scuola napoletana); le influenze sia nei generi musicali che nello stile vennero intensificate sia dal flusso di compositori, cantanti e strumentisti che giunsero dalla Spagna in Italia, che da quelli che, in numero maggiore, si mossero dall’Italia, e in particolare da Napoli, verso la penisola iberica.
Anche il maestro di cappella del re del Portogallo Giuseppe I, fu un napoletano di nascita e di formazione, Davide Perez, mentre alla Corte di Madrid approdarono tantissimi musicisti di scuola napoletana. I più importanti saranno Domenico Scarlatti e Carlo Broschi (il celebre Farinelli); entrambi assumeranno posizioni di grande prestigio e potere all’interno della corte spagnola, che si dimostrò estremamente accogliente nei confronti della musica italiana, di cui Napoli rappresentava il maggior centro propulsore.