“Qui sosta in silenzio, ma quando ti allontani parla” . Così è scritto sulla lapide posta in un giardino di rose nella scuola Bullenhuser Damm di Amburgo, oggi ribattezzata “Janusz Korczak Schule” – in onore del grande pedagogo polacco morto a Treblinka insieme ai bambini ebrei dell’orfanotrofio che istituì e diresse nel ghetto di Varsavia -, a commemorazione dei 20 bambini ebrei trucidati dai nazisti, dopo essere stati deportatati, con un beffardo inganno, da Auschwitz Birkenau, al campo di Neuengamme. Tra di loro anche Sergio de Simone, un nome forse per noi ancor più significativo, in quanto napoletano, come se il dolore e la crudeltà avessero una patria o un luogo, a distinguerli o a renderli più intensi o vergognosi. Sergio aveva in comune con i suoi coetanei olandesi, francesi, iugoslavi e polacchi la condizione di ebreo. E quella di bambino.
Il silenzio come rispetto. La parola per raccontare e onorare la memoria. Perché il ricordo, nel racconto, persino nel silenzio del racconto, rende il passato un eterno presente, da vivere con tutte le contraddizioni di cui l’uomo è capace, ma senza dimenticare cosa significhi, veramente, essere uomo. E di farne un valore, nella realtà faticosa ma entusiasmante e irrinunciabile della vita: traccia divina fatta di carne e anima.
In occasione del giorno della memoria, il 27 gennaio 2020, in ricordo e commemorazione delle vittime della Shoah, si è tenuto un convegno, nell’aula magna del Liceo “Giorgio de Chirico” di Torre Annunziata.
Sono intervenuti:
Antonello Sannino – ANPI Torre Annunziata – Pride Vesuvio Rainbow
In apertura è stata proposta la performance “La valigia gialla” di Marilena Sorrentino e i suoi alunni