Le donne, oggi, sono al centro dell’economia, del welfare, del dibattito politico italiano nella progettazione dei servizi e nella ricerca del lavoro, con il fine di rendere la vita della sfera femminile sempre più agevole ed al passo con i tempi, in una regione come quella della Campania, che è sempre rimasta un gradino indietro alle altre. Oggi, al “Consiglio Regionale della Campania” si è tenuto un dibattito su questo tema, molte volte trascurato, per la crescita e la valorizzazione dell’occupazione femminile a favore della conciliazione tra lavoro e famiglia che parta dal cuore dell’Europa per giungere al Sud dell’Italia. La Consigliera Regione Campania con delega alle pari opportunità, Loredana Raia, ha così introdotto al dibattito : ”Stamattina abbiamo voluto porre l’accento sulle tante altre iniziative a partire proprio dall’utilizzo dei fondi europei che saranno realizzati da questa legislatura, da questa regione. La Regione Campania, l’abbiamo appunto voluta intitolare una Regione al femminile, che non deve essere solo una speranza per la capacità rappresentativa delle donne che sono tante ma volgere alla condivisione che si ha una società più evoluta, una società più moderna mettendo al centro la figura femminile”. Pina Picierno, Parlamentare Europea, Componente Commissione per i diritti della donna e l’eguaglianza di genere, ha proseguito affermando, saldamente:” Vogliamo al meglio utilizzare i fondi che abbiamo a disposizione e le innumerevoli possibilità, proprio partendo dal fatto che a volte non serve inventarsi nuovi strumenti per inventarsi qualcosa che è già stato fatto, che ha funzionato bene, la prima iniziativa che la Regione Campania ha messo in opera per realizzare la programmazione del fondo sociale europeo 2014/2015 è stata proprio la riproposizione degli accordi regionali di genere che era qualcosa fortemente voluto appunto dal Presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio, ed è stato proprio un voler riproporre qualcosa che ha funzionato bene, abbiamo ascoltato i progetti che erano stati realizzati, con uno sguardo attento sui punti di forza e di debolezza della progettazione condivisa portando alla messa in opera di questi accordi territoriali di genere che sono stati importanti, e hanno portato alla programmazione di 10 milioni di euro, con questa priorità: i progetti sono stati tra di loro diversi, essendo ognuno coerente con il territorio nel quale viene realizzato, è questo credo che sia il punto di vista importante, perché la Regione Campania è un territorio che anche dal punto di vista morfologico e geografico diverso, i servizi di cura dei bambini potrebbero essere differenti nel territorio ma si vuol fare in modo che ogni progetto funzioni nel proprio ambito territoriale. Alcuni progetti sono stati dedicati agli uomini per favorire le donne nella ricerca di lavoro, questi accordi territoriali di genere devono poter inserire un altro elemento importante: il “conciliatorium”, una struttura che deve essere molto versatile che deve aiutare le donne a cercare impegni di lavoro più smart come può essere un lavoro con orari più flessibili. Ulteriori risorse devono essere messe in campo per incrementare l’imprenditoria femminile per incrementare in generale anche l’occupazione, predisponendo un osservatorio sul lavoro con tematiche più specifiche rispetto alle donne, rendendo la conciliazione appunto più semplice”. Valeria Barletta, Confapi e componente della Consulta femminile della Regione Campania è intervenuta a favore delle imprese giovanili femminili, è intervenuta dicendo: “La donna imprenditrice è in grado di compiere un percorso ad ostacoli tra situazioni date dalla vita familiare e lavorativa che un po’ la limitano forse più di altre categorie di donne, perché gli impegni sono molteplici ancor di più, quindi le donne imprenditrici possono essere veramente quello strumento che poi può portare innovazione nella cultura della facilitazione vita-lavoro, perché sia per il proprio ruolo sia per la propria attività la donna conosce le problematiche della conciliazione. Più donne ci sono in un’azienda più l’azienda ha un profitto ampio, quanto più sale il tasso occupazionale femminile più sale il PIL di un paese, tuttavia la situazione aziendale al Meridione è davvero ridotta stiamo parlando di micro imprese che hanno 9 addetti, che porta ad una difficoltà della gestione della donna imprenditrice che accolla su se stessa tutti gli oneri e le difficoltà”. Il dibattito è stato concluso da Maria Teresa Amici, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la quale ha così concluso: “ Ci si sta dirigendo verso uno sviluppo concreto del welfare femminile in Campania che in diagonale provenga da quella parte di Europa più florida, più ricca di iniziative a tutela della donna a differenza del nostro Sud, un territorio che amiamo, ma che sotto serti punti di vista è scarno di iniziative economiche che possano avere al centro della scala dei valori, la donna ed i suoi ritmi frenetici casa-lavoro. Si deve fare ancora molto per arrivare ad una completa eguaglianza tra Nord e Sud, ma noi ce la metteremo tutta per progredire in questo modo, cercando di andare sempre oltre”. Andando oltre i pregiudizi, le divisioni regionali, le differenze di genere che pongono la donna ai limiti delle esigenze politiche si potrà ottenere davvero un completo mondo del lavoro, fondato sulla donna e sulle sue grandiose potenzialità, in qualche modo, ancora non del tutto esplorate e portate alla luce. Soddisfatta per l’incontro il Presidente D’Amelio:”“L’intento era quello di promuovere un confronto con i più alti livelli istituzionali e le donne rappresentative delle realtà del territorio al fine di elaborare possibili proposte per l’utilizzo dei Fondi strutturali ed avviare una programmazione in tema di valorizzazione di percorsi di crescita femminile”
Annalisa Cocco