Alla COP26 di Glasgow, Stati Uniti e UE hanno annunciato una partnership globale (Global Methan Pledge) per ridurre le emissioni di metano del 30% entro il 2030, rispetto a livelli del 2020.
Hanno aderito all’iniziativa 105 Paesi, che rappresentano il 70% dell’economia globale e producono circa la metà delle emissioni di metano. Non hanno però firmato alcune delle Nazioni più inquinanti: Cina, Russia e India.
A dare la notizia è stato John Kerry, inviato speciale per il Clima della Casa Bianca in una conferenza stampa congiunta con la presidente della Commissione europea Ursula Van Der Leyen e alcuni capi di stato e di governo di Canada, Argentina e Libia.
Accordo storico
Il metano è uno dei gas serra più potenti. Esso può essere prodotto da diverse attività: dagli allevamenti, dallo smaltimento dei rifiuti in discarica e dall’estrazione del petrolio. Nel breve termine ha un impatto maggiore sul riscaldamento globale rispetto alla CO2. Il metano ha la capacità di riscaldare l’atmosfera circa ottanta volte più velocemente dell’anidride carbonica, ma questa capacità cala drasticamente dopo un ventennio.
Secondo Methane Moment, mezzo grado dell’aumento di temperatura registrato a livello globale da quando è cominciata l’era industriale (pari a circa 1,1 gradi Celsius, con un’impennata preoccupante negli ultimi anni) sarebbe dovuto proprio al metano.
Il presidente Joe Biden al termine dell’incontro ha affermato :
“Ridurre le emissioni di metano è la via più rapida per contenere il riscaldamento globale”.
A cura di Vincenza Volpe