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Corbo: «La ristrutturazione dello Stadio San Paolo deve partire nel rispetto delle regole»

L’importante progetto di ristrutturazione che riguarderà lo Stadio San Paolo, sembra concretizzarsi tra polemiche, smentite e continui cambi di rotta. A giugno dunque, dovrebbero partire i tanto attesi lavori che regaleranno ai tifosi uno stadio più dignitoso e una progettualità che abbraccerà anche una serie di attività a prescindere dalle partite di calcio.

Ne hanno parlato il giornalista Antonio Corbo e l’assessore allo sport del Comune di Napoli Ciro Borriello, nell’ambito della trasmissione “Dentro i Fatti” di Samuele Ciambriello, in onda su Radio Club 91.

Corbo, cosa ne pensa di questa “lotta” tra il Comune di Napoli e la Società Sportiva Calcio Napoli per la ristrutturazione dello Stadio San Paolo?

«Parlo da giornalista e non da tifoso perché non si può uscire da una professione ed entrare fino in fondo in quella che è la passione del tifoso e ragionare alla cieca. In merito alla ristrutturazione del San Paolo, tutto ciò che sento dire rappresenta qualcosa di astratto, perché finché non si chiarisce cosa si intende fare questo Stadio, è impossibile dare un giudizio. Soffro nel vedere con tanta leggerezza parlare di progetti fumosi e annunci fin troppo frequenti. Io credo si debbano rispettare le regole fondamentali: se lo stadio nel suo restauro eccede i limiti dell’ordinaria amministrazione, occorre un passaggio assembleare nel consiglio comunale, e quindi il sindaco da solo non può decidere nulla, a questo punto occorre una gara di evidenza europea».

Quindi, non come dice il presidente De Laurentis: «Consegnatemi lo stadio e ci penso io»…

«Questo è un bel discorso, ma nella Corea del Nord… in paesi come l’Italia bisogna rispettare le regole e le procedure. Credo che il percorso sia ben chiaro: poi la Società Calcio Napoli, siccome è inquilina e dà un senso a tutta la struttura, per una clausola già prevista, se arriva nel concorso di idee e nel progetto di fattibilità qualcuno che vince questa gara, il Napoli ha tutto il diritto di subentrare al vincitore pagando le spese del progetto. Ci sono delle opere importanti da compiere: bisogna ottimizzare il risultato trovando la soluzione migliore rispettosa delle procedure e delle regole, a favore del tifoso e dell’ente pubblico».

Assessore Borriello, l’accordo sullo stadio partenopeo, c’è o no? Con la Società Calcio Napoli, si è parlato di regole?

«L’accordo c’è, sono state fatte delle riunioni la scorsa settimana. E’ l’inizio di una proficua collaborazione per cui siamo pronti a dialogare con De Laurentiis e con tutto lo staff La legge impone delle regole che sono chiare anche alla SSCN».

Nel corso dell’intervista, Antonio Corbo ha sottolineato che ci sono delle parole che usiamo fin troppo. Si parla di progetto, dialogo, accordi. Tutto è sancito dalle leggi e bisogna rispettare le procedure. Ma bisogna capire cosa si intende realizzare e quale sarà il budget da investire.

Assessore Borriello, nel corso delle riunioni, si è parlato anche di questo? Il denaro a carico di chi è?

«Di soldi non abbiamo parlato.  Il budget è a  carico della Società Calcio Napoli che dovrà fare un investimento. E’ uno studio di fattibilità che comprende sia l’aspetto architettonico, sia tutto ciò che si intende mettere in campo in termini di edilizia per migliorare l’impianto, accompagnato poi da uno studio di fattibilità economica che prevede un progetto a medio/lungo termine. Le migliorie dello stadio San Paolo partono oggi ma possono continuare per dieci anni».

Se come dice il sindaco Luigi de Magistris, lo stadio è dei napoletani, sarebbe opportuno mettere in piedi più servizi. Cosa ne pensa, Corbo?

«Poiché ho seguito la fase del piano regolatore, conosco bene anche la particella che riguarda Fuorigrotta e quella parte dello stadio e lì si prevede un’opera di produzione immateriale, perché nello spirito di chi ha ideato e approvato il piano regolatore questi strumenti urbanistici dovevano essere validi per aiutare la Rai ad espandere la sua attività anche in quella zona. Purtroppo la Rai non ha avuto questo interesse ed è rimasta in sospesa questa produzione immateriale.  Potrebbe essere progettato un giornale online, una biblioteca, un centro benessere: bisogna capire cosa si vuole fare. Di certo, se quello spazio diventa una pizzeria o un pub non va bene.

Assessore Borriello, un suo parere sulla questione dei servizi aggiuntivi.

«Io credo che progetti come un museo della Società Sportiva Calcio Napoli o un ristornate all’interno dello Stadio San Paolo possano creare un minimo di economia. E’ chiaro che bisogna ragionare su massimi sistemi e che li probabilmente tutta l’area del San Paolo deve diventare un’area di attrazione per il tifoso anche nei giorni che precedono gli eventi calcistici. Possiamo ipotizzare che il San Paolo una volta recuperato può diventare un luogo aperto ai concerti, al pubblico e ai turisti».

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