Dall’inizio della pandemia sono saliti a quota 29.476 gli operatori sanitari contagiati dal nuovo coronavirus, di cui quasi 7.600 negli ultimi mesi. Sono i dati del monitoraggio della Fondazione Gimbe, che però lancia un allarme sui dati: c’è un ‘buco nero‘ da quelli per regione, contesto assistenziale e ruolo professionale, che risalgono al mese di aprile. Una falla che non può essere trascurata, riporta Today, in quanto si tratta di numeri fondamentali per capire e analizzare la dinamica della diffusione epidemica tra gli operatori sanitari, una delle categorie più esposte al contagio e principale veicolo inconsapevole dell’infezione. Ma andiamo per gradi.
Coronavirus, il monitoraggio settimanale
Secondo il report della Fondazione Gimbe, nella settimana tra il 24 e il 30 giugno, il numero dei pazienti ricoverati con sintomi e in terapia intensiva ha fatto denotare una costante riduzione, un dato positivo se unito anche al forte rallentamento dei decessi. Ricordiamo che, nella giornata di lunedì 29 giugno, i decessi sono stati soltanto sei, il numero più basso dallo scorso 28 febbraio. Passando ai casi totali, lo studio ha rilevato un incremento medio giornaliero dello 0,1%, a fronte di un’ulteriore riduzione dei tamponi diagnostici. Ecco la sintesi dei dati del monitoraggio (settimana 24-30 giugno 2020)
- Casi totali: +1.745 (+0,7%)
- Decessi: + 92 (+0,3%)
- Ricoverati con sintomi: -763 (-41,2%)
- Terapia intensiva: -22 (-19,1%)
- Tamponi totali: -21.837 (-6,1%)
- Tamponi diagnostici: -6.433 (-3,4%)
”In un contesto di generale stabilità del quadro epidemiologico nazionale – afferma il Presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta – abbiamo approfondito un tema trascurato negli ultimi tempi, ovvero il contagio degli operatori sanitari che durante questi mesi hanno pagato un prezzo molto alto condizionando anche l’evoluzione dell’epidemia. Infatti, oltre alla riduzione della “forza lavoro”, gli operatori sanitari contagiati sono divenuti inconsapevoli veicoli di infezione, in particolare dei pazienti più fragili”.
Coronavirus, il ”buco nero” dei dati sugli operatori sanitari
A fornire i dati sui contagi degli operatori sanitari è l’Istituto Superiore di Sanità, ma il problema sollevato dalla Fondazione riguarda i numeri dettagliati, che risalgono tutti al mese di aprile, fattore che non consente di effettuare delle analisi sistematiche e più aggiornate. Il numero totale degli operatori sanitari contagiati è disponibile dal 9 marzo al 30 giugno, insieme alla distribuzione di contagi e decessi per fascia d’età, oltre che al tasso di letalità. Invece, gli ultimi dati sulla distribuzione per Regione sono relativi allo scorso 2 aprile, quelli sul contesto assistenziale risalgono al 17 aprile (dati disponibili per 11.738/16.991 casi), e quelli suddivisi per ruoli e qualifiche professionali sono del 30 aprile (dati disponibili per 20.593/20.831 casi).
Alla luce dei dati a disposizione si evince che, in data 30 giugno, gli operatori sanitari risultati positivi dall’inizio dell’emergenza sono 29.476, il 12,3% dei 240.578 contagi totali nazionali. I deceduti aggiornati al 23 giugno sono 87, per un tasso di letalità dello 0,3%, un dato che però va a stridere con quello dei medici uccisi dal coronavirus, 171 secondo l’ultimo bollettino della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici e Odontoiatri.
Passando ai dati ”meno aggiornati” sulla divisione per ruoli e qualifiche, al 28 aprile risulta che, su 20.593 operatori sanitari contagiati, il 47,4% sono infermieri e ostetrici, il 22% medici prevalentemente ospedalieri, il 14,6% operatori sociosanitari e il 16% altre professioni sanitarie.
Al 16 aprile quasi il 90% degli 11.738 contagiati si concentra tra setting ospedaliero (70,9%) e territoriale (18,5%), mentre il restante 10,6% si divide tra case di riposo, residenze per anziani e altri setting di assistenza residenziale o ambulatoriale. Infine, secondo al divisione per Regioni risalente al 2 aprile, quelle più colpite sono Lombardia (61,6%), Emilia–Romagna (10,8%) e Veneto (8,4%).
Coronavirus, contagiati quasi 7.600 operatori sanitari negli ultimi due mesi
Nel suo studio, la Fondazione Gimbe pone l’accento sul numero di operatori risultato positivo tra il 4 maggio e il 30 giugno (il dato più aggiornato): 7.596 sanitari contagiati, che corrispondono al 26,5% dei 28.640 nuovi positivi in Italia per lo stesso periodo. Un numero che fa sorgere uno spontaneo dubbio al presidente Cartabellotta: ”E’ possibile che mesi dopo l’inizio dell’epidemia non siamo ancora in grado di garantire agli operatori sanitari il massimo livello di protezione con adeguati dispositivi di protezione individuale e protocolli di sicurezza? O questi numeri devono essere piuttosto interpretati alla luce della massiccia attività di testing condotta su questa categoria professionale, che ha permesso di identificare un numero molto più elevato di positivi rispetto alla popolazione generale?”.
Secondo il presidente della Fondazione Gimbe non si può sottovalutare questo ”ennesimo buco nero” su una delle principali determinanti della diffusione dell’epidemia nel nostro Paese: ”La Fondazione Gimbe ritiene inaccettabile la mancata disponibilità di dati analitici relativi alla distribuzione regionale, al contesto assistenziale e al ruolo/qualifica professionale degli operatori sanitari contagiati che consentirebbero di comprendere meglio il fenomeno e mettere in atto le opportune strategie preventive a tutela degli operatori e dei cittadini”.