Docente di Malattie infettive e direttore dell’Unità operativa complessa di Malattie infettive dell’Azienda ospedaliera Universitaria della Federico II di Napoli, il Prof. Ivan Gentile risponde alle domande di NapoliToday per fare chiarezza sul Coronavirus.
Quanto è pericoloso Covid-19 / Sars2?
“Iniziamo dai dati: la casistica su 70mila casi osservati in Cina dice che tra 0 e 10 anni la mortalità provocata dal virus è pari a 0. E’ quindi molto bassa tra gli adulti sani, fino ai 50 anni per salire, invece, al 15% circa nei pazienti anziani, con più di 80 anni. Vero è che nel mondo occidentale in genere e da noi in particolare le persone sono portate a non considerare malattie – quali invece sono – ma piuttosto condizioni di vita, patologie come ad esempio l’ipertensione arteriosa, che espongono ad un maggior rischio per quanto riguarda gli esiti del Covid-19.
Sempre per restare in tema di numeri, le statistiche dicono che nell’80 per cento dei casi il contagio da Covid-19 ha un’evoluzione benigna, con sintomi pressoché identici a quelli dell’influenza; per il 15% è invece richiesta l’ospedalizzazione mentre solo per il 5% circa si rende necessario il ricovero in rianimazione.
Dunque non siamo di fronte alla peste del nuovo millennio ma ad una semplice “superinfluenza”, da non sopravvalutare ma anche da fronteggiare con la necessaria accortezza, proprio come bisogna fare con l’influenza”.
Come si trasmette il virus?
“Come già la Sars, di cui è parente stretto, la trasmissione del Covid-19, avviene attraverso “goccioline”, parliamo quindi di droplet transmission. Vuol dire che le semplici mascherine mediche, che bloccano il contatto con liquidi e fluidi organici, in prima istanza sono sufficienti come barriera contro il virus. Come per la Sars 1 anche per il Covid 19 tuttavia non può escludersi completamente la possibilità di una trasmissione per via area (aerosol) gli USA hanno adottato standards più elevati prevedendo per il personale sanitario che si occupa dei pazienti con Coronavirus l’adozione di maschere con filtrante.
Il virus è in attività e oggetto di studio da troppo poco tempo per avere certezze assolute sul suo comportamento. In ogni caso si può affermare che dall’eventuale contatto con un paziente infetto, il tempo massimo di incubazione del virus è di 14 giorni. Significa che dal 15mo giorno dal contatto con una persona infetta, se la malattia non si è sviluppata si può stare tranquilli.
Come ogni virus, anche questo è programmato per vivere nelle cellule, mentre all’esterno degli organismi si indebolisce. E’ stimato che sulle superfici sopravvive fino ad un massimo di 9 giorni, ma viene eliminato da una giusta pulizia con la candeggina. E’ inoltre verosimile, anche se non ancora comprovato, che come molti virus anche questo non sopravviva ad alte temperature, da qui il consiglio di cuocere bene gli alimenti. Attenzione: per gli alimenti non ci sono indicazioni particolari, ma vanno applicate le regole d’igiene che bisognerebbe seguire sempre”.