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Coronavirus: divieto di ingresso da 13 paesi. Contagi in risalita, 229 nuovi casi

“Divieto di ingresso per chi arriva da Paesi a rischio”. Lo dispone un’ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, sentiti i ministri degli Affari Esteri, dell’Interno e dei Trasporti. Divieto di ingresso e transito in Italia per chi nei quattordici giorni antecedenti ha soggiornato o è transitato in 13 Paesi: Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica Dominicana. “Nel mondo la pandemia è nella sua fase più acuta. Non possiamo vanificare i sacrifici fatti dagli italiani in questi mesi”, dice Speranza. Al fine di garantire un adeguato livello di protezione sanitaria sono sospesi anche i voli diretti e indiretti da e per i Paesi indicati nell’ordinanza. La scelta, sottolinea Speranza, è stata quella della “massima prudenza”.

In risalita i nuovi contagiati da Covid: sono 229 nelle ultime 24 ore (erano stati 193 ieri). Più della metà (119) in Lombardia. Il totale è 242.363. I morti sono stati 12, contro i 15 di ieri. Complessivamente le vittime sono così diventate 34.926. Sono i dati forniti oggi dal ministero della Salute.

Scendono a 69 i pazienti affetti da Covid in terapia intensiva, due in meno di ieri. Quasi la metà (30) sono in Lombardia; seguono Lazio (13), Piemonte ed Emilia Romagna (10). I ricoverati con sintomi sono 871 (-18), 12.519 le persone in isolamento domiciliare, in calo rispetto a ieri.

Gli attualmente positivi sono 13.459, in flessione rispetto ai 13.595 di ieri. I guariti sono invece 193.978, 338 in più di ieri. I tamponi nelle ultime 24 ore sono stati 52.552, circa 2mila in più di ieri. Il totale sale a 5.806.668. Sono i dati forniti oggi dal ministero della Salute.

Intanto ieri l’ultimo paziente ha ricevuto il tampone negativo e così la terapia intensiva dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo è diventata covid free. “Era l’obiettivo che avevamo fin dalla partenza di questa terribile gara in salita, lo abbiamo sognato e abbiamo lavorato per tanto tempo per raggiungerlo”, ha spiegato oggi Luca Lorini, che di quel reparto è il direttore e ora può dire che “ce l’abbiamo fatta”. “E un grande risultato – spiega – che però non ci deve solo far festeggiare. Ieri ho chiesto al mio team di fare un minuto silenzio per ricordare i pazienti che non ce l’hanno fatta e quanto difficile è stato questo periodo. Poi ci siamo fatti un grande applauso perché ce lo siamo meritati”. Lorini ha spiegato che “nonostante tutte le polemiche che continuano a essere fatte attorno alla gestione di questo tsunami, con le poche informazioni che avevamo difficilmente si poteva fare molto meglio. Nella prima fase – prosegue – il numero di morti e feriti sembrava incredibile e ci ha fatto dubitare delle nostre capacità”. Per il futuro, “dico a tutti che, se ci siamo mostrati bravi con le poche informazioni e il poco materiale che avevamo, la prossima volta non dobbiamo essere impreparati: dobbiamo preparare un futuro che nessuno scienziato può prevedere, ma noi dobbiamo essere pronti per un altro ritorno del covid”.

 

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