Esiste il rischio che il campionato di calcio di Serie A possa essere sospeso? La domanda se la pongono in tanti di fronte alla diffusione del coronavirus. Un dubbio cui il presidente della Figc Gabriele Gravina ha oggi risposta nell’unico modo al momento possibile: “Non possiamo escludere nulla nè azzardare ipotesi che ad oggi non riusciamo a prevedere – ha dichiarato alla Rai – ma dobbiamo essere realisti, il rischio nel caso qualche giocatore risultasse positivo (ma non solo, stessa cosa sarebbe per dirigenti e dipendenti dei club in questione, ndr) è reale”. E qualora questo accadesse “adotteremo tutti i provvedimenti necessari per garantire prima la tutela dei nostri atleti e poi capire cosa si può fare e che impatto può avere sulla competizione sportiva. Non possiamo escludere nulla né azzardare ipotesi che oggi non riusciamo ancora a prevedere. Non possiamo escludere neanche sospensione del campionato”.
Per quanto riguarda invece la possibilità che almeno le partite in calendario domenica vengano trasmesse in chiaro, Gravina ha poi ribadito la posizione della Figc: “Abbiamo cercato, raccogliendo l’invito del ministro Vincenzo Spadafora, di andare incontro alle esigenze degli italiani nella speranza che tutti possano seguire questi eventi da casa. L’evento a porte chiuse è sicuramente un evento monco. Che i presidenti discutano dei propri interessi è un grave errore perché danneggia l’immagine del calcio italiano ma anche i loro interessi. La tutela del proprio orticello non è altro che la morte lenta del nostro sistema sportivo”.
Infine una precisazione sulle amichevoli della nazionale italiana in programma a marzo contro Germania e Inghilterra: “Ho letto che l’amministrazione comunale di Norimberga chiederà alla Federazione il rinvio. In Inghilterra c’è una disposizione di sottoporre gli italiani che arrivano in paese a una quarantena. Rispettando il principio della salute di tutti mi auguro che si possa giocare almeno a porte chiuse”.