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Coronavirus: i contagi frenano +178, il dato più basso dal 26 febbraio

Continua il calo dei contagiati per il coronavirus in Italia: sono complessivamente 233.197, con un incremento rispetto a ieri di soli 178 casi (dato più basso dal 26 febbraio). Ieri si era registrato un aumento di 355. Il dato comprende attualmente positivi, vittime e guariti. In Lombardia sono 50 in più (ieri 210), pari al 28% dell’aumento odierno in Italia. I dati sono stati resi noti dalla Protezione civile. Ci sono 6 Regioni che comunicano zero nuovi contagiati: Marche, Sicilia, Umbria, Molise, Calabria e Basilicata.

Nel dettaglio – secondo i dati diffusi dalla Protezione Civile -, gli attualmente positivi sono 20.861 in Lombardia (-135), 5.062 in Piemonte (-99), 3.068 in Emilia-Romagna (-95), 1.468 in Veneto (-32), 1.082 in Toscana (-29), 611 in Liguria (-58), 2.894 nel Lazio (-89), 1.327 nelle Marche (-11), 939 in Campania (-41), 1.155 in Puglia (-22), 293 nella Provincia autonoma di Trento (-11), 967 in Sicilia (-19), 266 in Friuli Venezia Giulia (-12), 744 in Abruzzo (-9), 123 nella Provincia autonoma di Bolzano (-4), 31 in Umbria (+0), 161 in Sardegna (-24), 17 in Valle d’Aosta (+2), 135 in Calabria (-9), 135 in Molise (-10), 28 in Basilicata (-1). Quanto alle vittime, sono in Lombardia 16.131 (+19), Piemonte 3.876 (+9), Emilia-Romagna 4.124 (+10), Veneto 1.918 (+0), Toscana 1.048 (+7), Liguria 1.465 (+2), Lazio 739 (+4), Marche 987 (+0), Campania 413 (+1), Puglia 506 (+2), Provincia autonoma di Trento 462 (+0), Sicilia 274 (+0), Friuli Venezia Giulia 335 (+2), Abruzzo 408 (+3), Provincia autonoma di Bolzano 291 (+0), Umbria 76 (+0), Sardegna 131 (+1), Valle d’Aosta 143 (+0), Calabria 97 (+0), Molise 22 (+0), Basilicata 27 (+0). I tamponi per il coronavirus sono finora 3.910.133, in aumento di 31.394 rispetto a ieri. I casi testati sono finora 2.451.674.

 Sono 60 le vittime del coronavirus nelle ultime 24 ore in Italia, in calo rispetto alle 75 di ieri. In Lombardia nell’ultima giornata se ne sono registrate 19, mentre ieri erano state 33. I morti a livello nazionale salgono così a 33.475. I dati sono stati resi noti dalla Protezione Civile. In 9 regioni non si sono registrate vittime: Veneto, Marche, Sicilia, Trentino Alto Adige, Umbria, Valle d’Aosta, Calabria, Molise e Basilicata.

Sono saliti a 158.355 i guariti e i dimessi per il coronavirus in Italia, con un incremento rispetto a ieri di 848. Domenica l’aumento era stato di 1.874. Il dato è stato reso noto dalla Protezione Civile.

Sono 424 i pazienti ricoverati in terapia intensiva in Italia, 11 meno di ieri. Di questi, 167 sono in Lombardia, 3 meno di ieri. I malati ricoverati con sintomi sono invece 6.099, con un calo di 288 rispetto a ieri, mentre quelli in isolamento domiciliare sono 34.844, con un calo di 409 rispetto a ieri. I dati sono stati resi noti dalla Protezione Civile. 

Registra una netta frenata anche il numero dei contagiati dal Coronavirus in Lombardia. Con un numero particolarmente basso di tamponi eseguiti (3.572) si sono registrati infatti solo 50 nuovi positivi (per un totale da inizio emergenza che arriva a 89.018). Sono 167 i ricoverati in terapia intensiva (tre meno di ieri) e 3.085 quelli negli altri reparti (-46). Sono invece stati 19 i deceduti per un totale di 16.131.

“Al momento attuale i dati che l’Istituto Superiore di Sanità e la Protezione Civile rendono pubblici sono estremamente scarsi: in questo modo la comunità scientifica nel suo insieme non è in grado di fare valutazioni affidabili”: lo scrive l’Accademia dei Lincei nel documento in cui lancia un appello all’importanza di rende pubblici i dati relativi all’epidemia di Covid-19 in Italia. Tutti i dati sull’epidemia di Covid-19 “devono essere resi pubblici, ovviamente nel rispetto della privacy”: lo chiede in un documento l’Accademia dei Lincei “per poter coinvolgere la comunità scientifica nel governo dell’epidemia” in quanto “in assenza di trasparenza ogni conclusione diviene contestabile sul piano scientifico e, quindi, anche sul piano politico”. Riferendosi ai dati trasmessi dalle Regioni al Governo, e quindi all’Istituto Superiore di Sanità, l’Accademia dei Lincei rileva che “la trasparenza di tutti i dati riguardanti la pandemia Covid-19 è fondamentale per la democrazia che si basa sul principio che tutte le scelte importanti devono essere fatte sulla base di informazioni analizzate e discusse pubblicamente”. Senza trasparenza, si legge ancora nel documento, “è impossibile arrivare a decisioni condivisibili e condivise” e, oltretutto, “l’informazione carente lascia spazio a dubbi e indebolisce la posizione delle istituzioni”. Per i Lincei “non è ammissibile che il pubblico abbia accesso solo alle conclusioni e non ai dati originali. Bisogna evitare che si possa pensare che la mancata presentazione dei dati originali sia dovuta alla paura che si possano trovare errori o imprecisioni nell’analisi fatta o inconsistenze nei dati stessi. La trasparenza è particolarmente importante soprattutto relativamente all’esigenza di controllare lo sviluppo dell’epidemia e prendere le misure appropriate”. L’Accademia scientifica più antica del mondo ritiene che, “superata la fase acuta della epidemia”, “sia giunto il momento, per le istituzioni sanitarie regionali, l’Iss e la Protezione Civile di pianificare una condivisione dei dati concertata con la comunità scientifica”. I Lincei concludono che “solo con la trasparente alleanza tra scienza e politica possiamo affrontare efficientemente la convivenza con il coronavirus e prevenire una possibile risorgenza del Covid-19 o gestire l’emersione di future, possibili, epidemie”.

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