L’epidemia del coronavirus 2019-nCoV è stata “accompagnata da una massiccia ‘infodemia’, ovvero un’abbondanza di informazioni, alcune accurate e altre no, che rendono difficile per le persone trovare fonti affidabili quando ne hanno bisogno”. Così l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sottolineando di essere a lavoro “per rintracciare e rispondere a falsi miti e voci” sul virus di Wuhan.
L’organizzazione delle Nazioni Unite “lavora 24 ore su 24, ogni giorno per identificare le voci più diffuse che possono potenzialmente danneggiare la salute della popolazione, come le false misure di prevenzione e cure“.
Tali “falsi miti”, tra cui il fatto che gli antibiotici e alimenti come l’aglio possano essere utili alla cura del virus, oppure la possibilità che l’infezione venga trasmessa anche attraverso lettere e pacchi postali provenienti dalla Cina, “vengono quindi confutati con informazioni basate sull’evidenza” e rese disponibili sui canali social (incluso Weibo, Twitter, Facebook, Instagram, LinkedIn, Pinterest) e il sito web dell’Oms.