“Un mondo senza politica?”
Una domanda che ha una duplice declinazione.
Se si tratta in generale di una assenza di politica dalla vita dell’umanità, la risposta è senz’altro no. Se si tratta di un rifiuto dell’attuale “piccolo cabotaggio politico” che mira principalmente alla sopravvivenza della propria parte, come sta avvenendo da noi, la risposta potrebbe essere sì.
E’ indubbio comunque che la politica debba tendere alla democrazia, peraltro in affanno in tutto il mondo. In pochi anni e’ scomparsa in una decina di paesi, sostituita da regimi autoritari.
In molte di quelle che restano avanzano gli “uomini forti”, scelti da un elettorato impoverito dalla crisi, insicuro e timoroso, che dice no alla politica come è stata sin qui intesa, rivelatasi incapace di offrire valide risposte alle sue istanze.
Dopo i limiti rivelati dai “governi tecnici”, autoreferenziali, è il momento che uomini di buona volontà, formati ad un solido impegno di politica vissuta e non improvvisata, si attivino per formare una nuova classe dirigente.
E’ l’obiettivo di un corso promosso – sull’onda della sollecitazione e dell’invito di Papa Francesco ai giovani affinche’ si impegnino in una politica elevata dai valori morali – da Arcidiocesi di Milano in collaborazione con Università Cattolica, ISPI e Iustitia, la Rivista dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani.
Se è impossibile per una società moderna, ma per l’umanità in generale, fare a meno della politica, è altrettanto vero che essa deve saper rispondere agli interessi della collettività sulla base di principi di convivenza e compartecipazione, e non a tatticismi, personalismi e interessi di parte.
Soprattutto in un’epoca quale la nostra, in cui si registrano due dati fondamentali: l’affiancarsi al pensante umano del pensante non umano, che elabora concetti, sulla base della cosiddetta intelligenza artificiale; e, d’altro lato, le grandi migrazioni che possono far pensare a ciò che rappresentavano, in altre epoche storiche, le invasioni barbariche.
Come ha osservato nel dibattito Luciano Violante.
La politica, in quanto portatrice di pietas, di umanità, cioè di valori morali, deve essere il fattore cardine sul quale basare – al di là degli asettici tecnicismi privi di ogni moto dello spirito – il governo della cosa pubblica.
Achille Colombo Clerici