Per un Napoletano, scattarsi un selfie con Napoli alle spalle non è un semplice foto.
E’ appartenenza.
Si dice che puoi togliere un Napoletano da Napoli, ma mai Napoli dal cuore di un Napoletano.
E non c’è niente di più vero.
Il rumore dei vicoletti, il paniere del terzo piano che quasi tocca terra aspettando il “pezzo di pane” caldo.
I citofoni umani, amici che si chiamano dal balcone. Le quattro frecce. L’ospitalità fuori dal comune.
Se sei a Napoli, ma non sei di Napoli fai parte comunque della famiglia.
Nel difetto di un Napoletano vivono segretamente tre pregi.
E quindi si, quando scatto un selfie sul lungomare di Mergellina, non voglio nascondere i difetti che ci sono in tutta la città. Ne sono perfettamente cosciente. Ma in quel momento è come se la perdonassi.
Un po’ come fa la madre come un figlio. Puo’ fingere di stare nervosa fino a quando il proprio figlio non sorride.
Il rapporto tra Napoli ed un Napoletano è così. Come quello di una madre con un figlio.
Ora sono le 16:42 e dal balcone inizia ad entrare, attraverso le finestre ,l’odore del caffe’.
Lo preparerò anche io. E giuro qualche tempo fa’ non lo sapevo fare, ma ricordo che mia madre disse.
“ Si nun sai’ fa’ o ‘cafe’ pruovc, tanto prima o poi te’ mparà”.
Il fatto è che quando scatto un selfie davanti al Vesuvio, penso che sarei potuto nascere in qualsiasi altra parte del mondo,
ma sorrido perché fortunatamente sono nato a Napoli.