Ci sono luoghi altamente suggestivi sul nostro territorio che conservano migliaia di storie e leggende .Uno di questi luoghi è la Torre dello Ziro : una costruzione medievale che possiamo ammirare nel tratto di strada che collega Amalfi ed Atrani, precisamente a Pontone. Non si sa molto sul suo passato, ne su chi l’abbia costruita, ma la sua struttura, una torre munita di camminamento e bastioni, riporta ad un’origine angioina: probabilmente era una torre di guardia per prevenire incursioni dal mare. Le prime notizie su questa struttura risalgono al 1151, quando era ancora conosciuta come “Torre di San Felice”. Il nome cambiò in “Turrisi Cziri” nel 1292 per poi venire “italianizzato” in Torre dello Ziro. Nonostante l’alone di mistero, è certo che la struttura fu teatro di una tragedia, conclusione di una storia d’amore clandestina. Gli abitanti del posto, soprattutto gli anziani, non amano molto recarsi da queste parti: la Torre infatti non è semplicemente una delle tante torri costruite per difendersi dalle incursioni dei Saraceni ma fu teatro di uno dei più sanguinosi episodi della storia di Amalfi. Moltissime sono le leggende attorno a questo luogo “magico “e tra queste ricordiamo quella di Giovanna d’Aragona, ipote del re di Napoli Ferrante I d’Aragona e figlia del Marchese di Gerace. . A vent’anni andò in sposa ad Alfonso Todeschini Piccolomini, Duca d’Amalfi e nipote di Papa Pio III, ma il marito morì poco dopo, lasciando la sfortunata vedova a dover gestire terre e patrimonio. Ad assisterla in un momento tanto difficile fu il suo maggiordomo, il patrizio napoletano Antonio Beccadelli, ma, presto, i due finirono per innamorarsi. Si sposarono clandestinamente, perchè per le leggi del lutto e delle convenzioni sociali Giovanna non avrebbe mai potuto sposarlo, e dal loro amore nacquero due figli. Tuttavia, il fratello di Giovanna, il cardinale Luigi d’Aragona, scoprì la tresca e decise di far cessare quella vergognosa storia nel sangue: rinchiuse la sorella nella Torre dello Ziro, insieme ai suoi figli, mentre fece raggiungere Antonio, che nel frattempo era fuggito a Milano, da alcuni sicari.Per alcuni, Giovanna passò il resto della sua esistenza murata viva in quell’antica torre, che, di fatto, non ha porte, per altri, invece, fu raggiunta anche lei dai sicari di suo fratello ed uccisa insieme ai suoi bambini nel 1510, a soli 33 anni. Questo itinerario della Costiera Amalfitana, così come quello della Valle delle Ferriere, parte da Pontone, la piccola frazione di Scala, raggiungibile sia con gli autobus che partono da Amalfi, sia a piedi da Ravello attraverso un breve sentiero. Dalla piazzetta del paese si prendono le scale di Via Fritto, si procede lungo la strada e dopo una decida di minuti si troverà sulla sinistra una rampa di scale che conduce fino ad Atrani. Si prosegue diritto salendo alcune scalette e si gira a sinistra seguendo le indicazioni per la “Torre”. Dopo un po’ si arriva alla base della scalinata di accesso alla Fortezza che anticamente costituiva parte delle mura del Gran Ducato d’Amalfi. Una pineta, attraversata da diversi sentieri, circonda la Torre.Dopo la visita alla Torre si può proseguire l’escursione scendendo per la rampa di scale che da Pontone conduce fino al centro di Atrani.