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Cottarelli: “Si parlava di me prima del Conte uno, prima del Conte due e se ne parla anche ora… chissà”

Intervistato da Giovanni Floris a DiMartedì su La7, Carlo Cottarelli, professore che dirige l’Osservatorio dei conti pubblici italiani all’Università Cattolica dice in tono ironico: “Si parlava di me prima del Conte uno, prima del Conte due e se ne parla anche ora, vediamo cosa succede”.

Infatti il suo nome è sempre stato tra i favoriti per diventare premier.

Ricordiamo che in seguito al tentativo fallito da parte di M5S e Lega di formare un governo dopo le elezioni politiche del 4 marzo 2018 ed alla rimissione dell’incarico da parte di Giuseppe Conte, il 28 maggio 2018 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella convoca Cottarelli e gli conferisce l’incarico di presidente del Consiglio dei ministri, accettato con riserva, per la formazione di un governo tecnico provvisorio che avesse potuto guidare il Paese fino a nuove elezioni. Tuttavia, il 31 maggio Cottarelli rinuncia a sua volta “essendosi nuovamente create le condizioni per un governo politico“, spianando così la strada per la nascita del Governo Conte.

Adesso il suo nome è dato ancora una volta tra i favoriti per diventare premier se Giuseppe Conte fallisse il terzo tentativo. Cottarelli, così come il presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia o l’attuale ministra degli Interni Luciana Lamorgese, potrebbe raccogliere una maggioranza più ampia, magari arrivando anche al centro e a Forza Italia, in uno scenario di governo di “salvezza nazionale”, come lo definiscono nel Pd.

Cottarelli però ha voluto fare chiarezza in un’intervista a La Stampa, fugando ogni dubbio. Chi spera “in un governo guidato da me resterà deluso. Perché la soluzione è un Conte ter, con una maggioranza simile a quella che ha sostenuto l’ultimo esecutivo. Se non ci riescono, allora vedo le elezioni” ha spiegato.

Nello studio DiMartedì su La7 c’è anche Matteo Salvini, leader della Lega e si parla di Recovery Fund. “Se fossi al governo, rinuncerei ai 120 miliardi stanziati a prestito dall’Europa col Recovery Fund. Quei soldi preferisco prenderli dai mercati a tassi più vantaggiosi”, afferma il leader leghista. Cottarelli risponde: “Basta fare due calcoli tra quello che si prende a prestito e il differenziale del tasso di interessi rispetto al finanziamento di mercato e viene fuori che col Recovery si risparmia, soltanto sui prestiti, circa 25 miliardi in dieci anni. Insomma, se facessimo come ha detto Salvini, in dieci anni perderemmo 25 miliardi”.

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