Sono 7.569 i positivi ai test Covid individuati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute, ieri erano stati 8.544.
Sono invece 36 le vittime in un giorno.
Ieri erano state 53. Sono 119.230 gli attualmente positivi al Covid in Italia, secondo i dati del ministero della Salute, 4.118 in più nelle ultime 24 ore. Dall’inizio della pandemia i casi totali sono 4.860.061, i morti 132.775. I dimessi e i guariti sono invece 4.608.056, con un incremento di 4.118 rispetto a ieri.
Sono 445.593 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 540.371. Il tasso di positività è all’1,7% (ieri era all’1,6%). Sono invece 458 i pazienti in terapia intensiva in Italia, 5 in più rispetto a ieri. Gli ingressi giornalieri sono 29 (ieri 39). I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 3.647, ovvero 50 in più rispetto a ieri.
Non ci sarà il lockdown, neppure parziale: lo dice in un’intervista a Il Messaggero il professor Walter Ricciardi, consulente del Ministero della Salute, che indica una serie di possibili interventi per proteggere l’Italia dall’avanzata della quarta ondata che arriva da Est: sanzioni più rapide nei confronti di medici e infermieri No vax; analisi, Asl per Asl, per verificare se tra gli assistiti di un determinato studio medico ci siano molti non vaccinati, per correre ai ripari; spingere, in modo energico, sulle terze dosi, collegandole al Green pass: chi non completa con il richiamo il ciclo vaccinale riceve prima un’ ammonizione e, se dopo due o tre mesi ancora non si mette in regola con l’iniezione di rinforzo, la certificazione verde perde di validità.
Rispetto agli operatori sanitari No vax “è un problema serio in tutta Italia – commenta -. Quantitativamente il numero di medici e operatori sanitari in genere che rifiutano il vaccino non sono molti, ma possono causare danni enormi perché dispongono di un’ampia capacità di influenzare i pazienti, i propri assistiti”. I vari ordini dei medici “devono agire, e spesso lo fanno. Ma le procedure vanno rese molto più snelle”.
Per spiegare agli italiani la necessità della terza dose, va chiarito che “a 180 giorni dalla seconda dose sei sì protetto dalle conseguenze gravi della malattia, ma molto meno dall’ infezione”. Se il numero dei contagi aumenterà “e se la campagna della terza dose andrà a rilento, allora sarà giusto pensare a strumenti più incisivi”. Oltre che per gli operatori sanitari, la terza dose dovrà essere necessaria “per tutti coloro che lavorano a contatto con i fragili. Ad esempio gli insegnanti, visto che i bambini non sono protetti in quanto non possono essere vaccinati”. Con la variante Delta “questa pandemia è cambiata, una persona infetta ne contagia in media altre sette. Per fermarla dovremmo raggiungere la vaccinazione della quasi totalità della popolazione”.
Intanto il presidente dell’Iss e portavoce del Cts, Sivio Brusaferro lancia un appello: vaccinarsi per frenare la risalita della curva dei contagi. Brusaferro, intervistato dal Corriere chiede a tutti di collaborare. Con 78 casi su 100mila abitanti, è stata superata la soglia che permette di circoscrivere i focolai e l’alto numero dei tamponi non giustifica l’aumento di casi: la risalita, spiega, è dovuta ad una intensa circolazione in Europa, ed è sostenuta molto dai non vaccinati e da un certo rilassamento nei comportamenti. “Ora è difficile fare previsioni. Altri Paesi stanno adottando restrizioni, ma al momento hanno numeri molto più alti dei nostri”.