“Lo abbiamo già visto per gli immunodepressi. Il pericolo è di avere un autunno ad alto rischio, peggiore degli altri, alla luce delle varianti, della stanchezza degli italiani, distratti da molti altri problemi, e da una copertura vaccinale che si riduce”, ha aggiunto sottolineando come la pandemia preoccupi meno gli italiani.
“Recenti indagini – ha spiegato – collocano il Covid, tra i problemi su cui pongono attenzione gli italiani, tra il decimo e il ventesimo posto, mentre la guerra è tra i primi, seguita dai problemi energetici, economici, politici”.
L’esperto ammonisce che “nel momento in cui quindi cala la tensione sul tema, la comunicazione si concentra su elementi diversi da quelli della scienza o i messaggi non sono chiari, si ha una ripercussione anche sull’adesione vaccinale”.
Scotti ha detto ancora che “la fine dell’emergenza non significa fine della pandemia, questo forse non sempre è stato recepito”.
L’aumento di nuovi contagi si accompagnerà “alla riduzione dell’efficacia protettiva dei vaccini e alla scarsa adesione delle popolazioni che ancora devono completare il ciclo o fare il secondo booster”.
“Con queste premesse – ha concluso Scotti – potremmo avere una stagione davvero complicata, forse la più complicata”.