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Covid: paura per la variante inglese. Oggi Speranza parlerà in parlamento. Nuovo decreto alle porte?

Nuovo Dpcm 16 gennaio, le nuove regole annunciate dal ministro Speranza oggi

Oggi il Ministro della salute Speranza si recherà in Parlamento per attuare nuovi provvedimenti in vista di quella che è stata definita la variante inglese del Covid-19.

Le nuove misure mirano a contrastare ulteriormente la pandemia cercando anche di trovare un punto d’incontro tra le diverse posizioni dei partiti che sostengono Draghi.

Secondo quanto riportato dagli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità e dal Cts al premier Mario Draghi, oltre il 30% della diffusione del Covid-19 in Italia è dovuta dalle varianti, in particolare di quella inglese dove, a metà marzo, sarà predominante in tutto il Paese. Si presume dunque l’arrivo di una terza ondata
e non si esclude la possibilità di passare in zona rossa.

In una situazione critica si trova anche la provincia di Brescia che è passata in “zona arancione rafforzata”. Per contrastare l’arrivo di una terza ondata il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, ha firmato un’ordinanza che prevede ulteriori restrizioni rispetto alla zona arancione di partenza, tra queste la chiusura delle scuole d’infanzia, elementari e medie, divieto di spostarsi nelle seconde case e l’utilizzo dello smart working per tutte le attività in presenza.

Nella serata di ieri, Mario Draghi ha riunito ministri ed esperti ed ha cercato di far concordare tra di loro “aperturisti” e “rigoristi” in vista del nuovo provvedimento che dovrà sostituire il dpcm firmato da Giuseppe Conte in scadenza il 5 marzo.

Tra le opinioni contrastanti dei leader della politica, in particolare Matteo Salvini si è espresso sulla questione andando controcorrente rispetto a quanto detto finora. Il Senatore insiste sulla riapertura, una convivenza con il virus per non limitare l’economia solo di alcuni settori del commercio che nell’ultimo anno sono stati penalizzati.
Ecco le parole riportate da “Ansa” del leader della Lega in un incontro con Mario Draghi insiste: “Abbiamo parlato di riaperture. Se c’è un problema a Brescia – ha spiegato – intervieni in quella provincia, non è che fai il lockdown nazionale da Bolzano a Catania. Dunque chiusure mirate e un ritorno alla vita. Se si può pranzare tranquilli, allora si può cenare tranquilli. Se i ristoranti sono sicuri a pranzo allora lo sono anche a cena. E la riapertura di teatri, cinema, realtà sportive, palestre e piscine è un ritorno alla normalità.”

Su quanto detto da Matteo Salvini pare essere d’accordo il presidente dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, che definisce la sua richiesta “ragionevole”, in modo tale da dare ossigeno a qualche attività da troppo tempo ferma.

Purtroppo questa è un’idea che non piace al ministro della Salute Speranza e agli esperti del Cts i quali frenano ogni possibilità di riapertura, segnalando il rischio contagi che può aumentare in vista delle nuove varianti. Di riaperture se ne parlerà in una prossima occasione, per il momento resta solo un’ipotesi.

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