L’Oriente vince, per ora, sul coronavirus. Mentre in Europa e negli Stati Uniti i dati del contagio sono in aumento, dall’altra parte del mondo si segnalano poche decine o centinaia di casi giornalieri. Vale per Giappone, Corea del Sud, Taiwan, Thailandia ma per Australia e Nuova Zelanda, senza parlare della Cina sui cui dati molti sollevano dubbi.
Il Giappone segnala meno di 700 casi e 5 morti, sono appena 61 i contagi in Corea del Sud senza vittime. Sono 5 i casi nell’intera Australia e uno solo in Nuova Zelanda.
Non vale per tutta l’Asia: i dati sono altissimi in India e Bangladesh, per esempio.
Cosa hanno fatto i paesi che hanno limitato i casi? Tracciamento e mascherine. In Giappone, per esempio, l’uso della mascherina era abituale già prima della pandemia in caso di raffreddore o malattia. «L’intuizione fondamentale che ci ha aiutati nella lotta contro il Covid è la nozione di cluster di trasmissione», scrive Yosutoshi Nishimura, ministro incaricato della lotta al Covid come riportato dal Corriere della Sera. Secondo questa teoria sono pochissimi i gruppi ad alta contagiosità e questi vanno isolati in modo deciso.
È stato dunque fondamentale il tracciamento. In Giappone è stato fatto con la tecnologia che ha permesso mappatura e incrocio dei dati. Sono stati ricostruiti i movimenti del paziente nei giorni precedenti il contagio. Sono stati poi svuotati i luoghi affollati: sì al telelavoro, no alla metropolitana.
Lo stesso vale per la Corea del Sud dove i casi sono stati soprattutto nelle grandi aree urbane di Seul e Daegu. Non sono stati usati sono i dati delle App per smartphone, ma anche facendo ricorso a quelli ritracciati attraverso carte di credito e immagini delle telecamere. Questa è dal mondo occidentale considerata una limitazione di privacy e libertà personale, ma in Corea esiste dal 2015 una legge che lo permette, entrata in vigore per gestire l’epidemia di Mers.
Nell’altro emisfero, che va però verso l’estate, ci sono i casi virtuosi di Australia e Nuova Zelanda. A Melbourne ci sono stati il 90% dei 905 morti dell’intera nazione, comunque un numero molto basso. La regione finisce solo ora il lockdown durato più di 100 giorni. La via è stata qui quella della chiusura totale, come per la Nuova Zelanda.