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Cozzino: “La camorra sparge sangue? La risposta è la riqualificazione ma tempi burocratici troppo lunghi”

strage sayonara_0Raggiunti da un proiettile mentre si attende l’arrivo di un autobus o freddati dinanzi a un bar, la camorra che fa della città il suo palcoscenico o, peggio, la reggia dove regna incontrastata la legge del sangue. Questa, purtroppo, è la triste panoramica di Barra e Ponticelli che ci consegna la cronaca dell’ultimo periodo. Eppure sono passati meno di trent’anni da quel fatidico 11 novembre del 1989 che costò la vita a 6 persone e vide tra i feriti persino una bambina. Soprannominata la strage del Bar Sayonara perché avvenne nelle adiacenze della gelateria così nominata, vicino al bar Luisa, cogliendo di sorpresa chi, nelle ore serali (erano le 18.30), si godeva un momento di svago, la tragedia sembra quasi essersi protratta nel tempo o non essere mai finita. Con pena, ricordiamo le parole del boss pentito, uno dei mandanti, Ciro Sarno, colui che disse “ancora mi pesa”, con pena, perché c’è oggi chi a questo peso non ha voluto dare ascolto e ha continuato a produrre dolore.

Dalle istituzioni, invece, una risposta, per il momento simbolica, ma che ci auguriamo possa trovare slancio per nuove iniziative di legalità. Anna Cozzino, Presidente della Sesta Municipalità (Barra, San Giovanni e Ponticelli) ha annunciato, durante la trasmissione radiofonica Dentro i fatti, condotta da Samuele Ciambriello, l’installazione di una scultura in piazza Egizio Sandomenico, realizzata grazie ai fondi del Forum delle culture, in ricordo delle vittime innocenti della strage del bar Sayonara: “Vogliamo, in collaborazione con alcune associazioni del posto, riappropriarci di quella piazza”. E sono tante le realtà associative del luogo che, in collaborazione con la municipalità, con alcune parrocchie e con le scuole del territorio, hanno siglato nel mandato precedente un protocollo di legalità, così come ricordato dalla Cozzino.

Com’è ovvio, questo non basta. Servono politiche nuove e di questo sembra essere molto consapevole la Cozzino: “Prima di tutto il controllo del territorio – ha dichiarato –  ritengo che sia insufficiente. Le forze dell’ordine fanno il loro dovere ma occorre incrementare il numero di uomini e di mezzi a disposizione. Ovviamente la risposta repressiva non può essere l’unica risposta, occorre mettere in campo politiche di riqualificazione profonda, politiche che rilancino l’occupazione e lo sviluppo. Credo che nelle periferie questo sia possibile rilanciando quei grandi progetti messi in campo dieci anni fa per l’area orientale. Ad esempio, la riqualificazione dei grandi assi viari, pare che tra poco partirà il primo lotto relativo alla riqualificazione di via delle Breccie e altri progetti relativi alla IV municipalità; seguiranno, nel secondo lotto, quelli relativi a San Giovanni-Ponticelli. Naturalmente, occorre vigilare su questo, sono passati già troppi anni”.

Proprio a proposito dei troppi anni trascorsi è intervenuto Samuele Ciambriello stimolando la presidentessa a chiarire le ragioni di questa lunga attesa: “Secondo uno studio condotto dalla commissione europea – direzione generale sulla politica urbana – la regione Campania è quella peggio amministrata, fanalino di coda per la qualità dell’azione amministrativa. – ha commentato la Cozzino – Questa collocazione è dovuta soprattutto ai tempi impiegati per poter impegnare le risorse pubbliche e per poterle spendere. È molto probabile che noi restituiremo all’Europa circa due miliardi di euro non utilizzati, questo perché impieghiamo troppo tempo, perché c’è una burocrazia eccessiva; bisogna lavorare affinché ci siano procedure più semplici per consentire che i fondi europei siano impiegati tutti”.

Lentezza burocratica, dunque, ma anche fondi notevolmente ridotti, a spese – com’è solito – delle fasce sociali meno abbienti: “La nostra è una municipalità di circa 118.000 abitanti ed è la prima per estensione territoriale, quindi un territorio molto vasto e con problematiche notevoli dal punto di vista sociale. Consideri che noi abbiamo 10.000 alloggi di edilizia Erp (Edilizia Residenziale Pubblica) costruita post terremoto, di bassa qualità, priva di servizi e con nuclei familiari con gravissime difficoltà. Lo stato manutentivo dell’edilizia pubblica è spaventoso, ci sono case che registrano infiltrazioni d’acqua, problemi alle fogne, versano in condizioni pietose. – ha continuato la presidentessa – I fondi stanziati per quanto riguarda la manutenzione ordinaria di questi alloggi, per non parlare della straordinaria quasi inesistente, sono veramente inadeguati, da ciò queste carenze; questo stato di degrado si ripercuote fortemente sugli abitanti. Un primo progetto importante va proprio in questa direzione di riqualificazione di questi agglomerati con progetti importanti di trasformazione e rigenerazione urbana”.

Rigenerazione sinonimo di riconversione, nel senso di cambiamento strutturale che può fare da traino a un più profondo cambiamento, diremo sociale per non dire morale. Migliorare il vivere quotidiano, le risorse e i mezzi, per tentare così di avviare un processo più alto ma non per questo irraggiungibile.

 

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