di Elio Pariota
Sarò chiaro. Il Bonus Cultura destinato ai circa 574.000 diciottenni è un’iniziativa lodevole. Diamone atto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Tuttavia al programma manca inspiegabilmente un tassello fondamentale: quello della formazione. Nella lista dei “prodotti culturali” acquistabili con i 500 euro di bonus figurano cinema, concerti, eventi culturali, libri, musei, monumenti e parchi, teatro e danza.
Non uno straccetto di attività formativa per i ragazzi chiamati a spendere in totale 290 milioni di euro. Come se la cultura fosse avulsa da quella domanda di formazione legata all’acquisizione di conoscenze, capacità e competenze in grado di costituire le basi per una critica costruttiva della cultura medesima.
Dimenticanza o scelta strategica? Difficile dirlo. Ad uno svarione si può sempre porre rimedio; ad un errore voluto no. E questo sarebbe un segnale preoccupante.