Cultura

DA DOVE NASCONO LE CASTE? DALLA MANCANZA DI MERITOCRAZIA CHE GENERA QUESTUANTI. AD AVELLINO, LA PRESENTAZIONE DI “CASTE E CASTIGHI, IL DITO NELL’OCCHIO”, DI SAMUELE CIAMBRIELLO

Da dove nascono le caste? Dalla mancanza di meritocrazia che genera questuanti. Le caste, finché esistono le raccomandazioni si moltiplicano”. Presentazione avellinese per il libro del direttore Samuele Ciambriello “Caste e castighi, il dito nell’occhio. Linguaggio, indignazione, speranze”. In sala con l’autore il professore Paolo Ricci, presidente dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli; l’imprenditore Silvio Sarno, la presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio e il direttore del Mattino di Avellino Generoso Picone che ha moderato la discussione. “Io uso l’ironia e il sarcasmo per descrivere – ha spiegato Ciambriello – una società farisaica nella quale la gente chiede favori e non reclama diritti”. Una società caratterizzata dall’incertezza e dall’ansia. “Il primo valore delle caste – ha continuato il giornalista napoletano – è rassicurare e infatti ci avevano abituati al posto fisso e al posto in fabbrica”.
Un volumetto, quello di Ciambriello, che è una raccolta di piccoli editoriali leggibili in tempi europei (tre minuti, ndr) scritti nel 2014 ma sorprendetemente attuali, che mettono il dito nell’occhio alla politica, al mondo della giustizia e a quello del giornalismo. “Anch’esso è una casta perché altrimenti non si spiega perché ci ritroviamo gente senza esperienza che di punto in bianco si ritrova a dirigere quotidiani e tv”.
“È la seconda volta che partecipo alla presentazione del libro di Samuele Ciambriello, un amico fraterno – è stato invece l’intervento di Paolo Ricci – Samuele è capace di stimolare l’attenzione del lettore, verso temi che il più delle volte sono di difficile comprensione. Pone l’attenzione sulle caste, con taglio giornalistico. Un libro di facile comprensione, un taccuino, scorrevole, semplice da leggere, nel quale Samuele ha la abilità di passare da un argomento all’altro con una facilità disarmante”. Ricci non si è sottratto alla riflessione sulle cause che portano al proliferare delle caste: “Influisce la presenza di uno Stato non forte”. Altrove le lobbies sono interlocutori riconosciuti degli Stati in uno scambio dialettico e politico paritario, ha fatto notare il professore avellinese. In Italia no, c’è subalternità.
Ragioni storiche anche nella lettura di Silvio Sarno: “Nell’ultimo trentennio le caste hanno sostituito le élite. Il linguaggio di Samuele è frutto della sua esperienza di vita per cui esaspera la saggezza e la trasforma in invettiva. Conclusioni affidate alla presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio: “Io penso che la vera casta non sia quella dei politici ma dei burocrati. Sulle Regioni si è fatta una campagna demolitoria, a volte giusta altre eccessiva, che sta avendo come risultato l’accentramento a Roma delle decisioni su materie come l’ambiente – ha sottolineato la D’Amelio – Stiamo arrivando al punto in cui una casta di livello superiore decide al posto di un’altra perché, duole dirlo, ma il nostro è un Paese predemocratico nel quale si verifica il paradosso che l’utente di Facebook populista e sostenitore dell’antipolitica è magari proprio quel funzionario che timbra il cartellino in mutande a Sanremo. L’unica via di uscita è recuperare il carattere nobile della politica”.
“Io lascio un messaggio di speranza nel mio libro – ha concluso Ciambriello – ma la speranza non deve avere figli unici: deve produrre indignazione e coraggio di cambiare”.

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