“Dai Lepini alla Persia. Giovanni da Cori, un poco noto missionario domenicano del XIV secolo” è il titolo dell’incontro con il prof. Clemente Ciammaruconi, in programma per sabato 2 Marzo, alle ore 16:30, presso la sala convegni del Museo della Città e del Territorio di Cori (LT), che inaugura il primo ciclo di conferenze del 2019, organizzato dalla Direzione scientifica del Museo, dall’associazione culturale Arcadia e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Cori.
Si parlerà dell’intensa e poco conosciuta vicenda di Giovanni da Cori, frate dell’Ordine dei Predicatori, vissuto tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo. La difficile raccolta delle scarse fonti in grado di ricostruirne la biografia, ha consentito allo studioso di contestualizzare la vocazione religiosa del frate corese nel quadro della penetrazione nel Lazio meridionale dei due principali Ordini mendicanti (Minori e Predicatori), ma anche di far luce su aspetti finora scarsamente indagati e, al tempo stesso, di rigettare convinzioni prive di fondamento storico, a partire dalla sua tradizionalmente accreditata appartenenza alla famiglia Milita.
Nato in una data imprecisata nel centro lepino, dopo essere entrato tra le fila dei Domenicani, Giovanni da Cori intraprese gli studi nella schola del convento di Anagni, dove portò a termine l’apprendimento delle arti liberali e della filosofia naturale, completando poi la sua formazione presso lo studium teologico di Napoli. Alle soglie del Trecento, il rinnovato impulso che l’Ordine dei Predicatori stava dando all’attività missionaria, indusse però i superiori a inviare il giovane frate corese nelle terre d’Oriente.
Giunto in Persia (l’odierno Iran) Giovanni da Cori evidenziò subito un grande impegno nell’opera di evangelizzazione, facendo valere – secondo quanto testimoniano le fonti – sia la propria preparazione religiosa che notevoli doti nella predicazione: si guadagnò così la stima dei confratelli, i quali nel 1329 ne proposero il nome a papa Giovanni XXII per la sede arcivescovile di Soltaniyeh, città a circa 240 chilometri a nord-ovest di Teheran, allora capitale della dinastia mongola ilkhanide. Da arcivescovo di Soltaniyeh, Giovanni da Cori coordinò l’azione delle missioni domenicane nell’Asia centrale per almeno un decennio, fino alla morte, avvenuta intorno al 1340.
Nella propria ricerca, Ciammaruconi ha infine accolto le acquisizioni storiografiche più recenti, in base alle quali viene a cadere ogni possibilità che Giovanni da Cori sia l’autore del Livre de l’Estat du grant Caan, un resoconto sull’impero mongolo di Cina e sulle missioni francescane che vi si erano stabilite. L’opera, databile all’incirca al 1330, ha infatti trovato oggi più sicura attribuzione rispetto all’ipotesi che ormai dall’Ottocento l’accreditava erroneamente all’arcivescovo domenicano di Soltaniyeh.