Due buone notizie per Napoli dai lavori parlamentari di luglio. La prima: contrariamente a quanto inizialmente previsto nel decreto PA, la sede napoletana dell’Agcom non chiuderà (ferma restando la necessità di cambiare location per risparmiare su affitti e spese di gestione). Un risultato importante, ottenuto grazie al lavoro di squadra di tutti i deputati napoletani e campani non solo del PD ma anche di Sel, Led e Psi. In commissione Affari Costituzionali, infatti, sono stati riuniti e approvati in un unico emendamento tutti gli emendamenti che separatamente, come singoli deputati, avevamo proposto. Emendamenti diversi ma solo nella forma, tutti con lo stesso obiettivo: impedire il trasferimento a Roma di una struttura tanto importante non solo per la nostra città ma anche per la nostra regione e l’intero Mezzogiorno. Con il trasferimento a Roma della struttura, infatti, non solo sarebbero stati messi seriamente a rischio 130 posti di lavoro ma si sarebbe per così dire “persa” tutta la competenza acquisita in tal senso dai giudici del Tar Campania. Un rischio che andava assolutamente evitato.
A firmare gli emendamenti, il cui iter in commissione Affari Costituzionali è stato seguito, oltre che da Gennaro Migliore per Led, per il PD da me, da Tino Iannuzzi e da Roberta Agostini: Marco Di Lello, Anna Maria Carloni, Vincenzo Amendola, Fulvio Bonavitacola, Luisa Bossa, Khalid Chaouki, Leonardo Impegno, Massimiliano Manfredi, Giovanna Palma, Valentina Paris, Giorgio Piccolo, Salvatore Piccolo, Camilla Sgambato, Assunta Tartaglione, Guglielmo Vaccaro e Simone Valiante; Pilozzi Nazzareno, Di Salvo Titti, Fava Claudio, Labriola Vincenza, Lacquaniti Luigi, Lavagno Fabio, Nardi Martina, Piazzoni Ileana Cathia, Zan Alessandro.
Sempre nell’ottica di sostenere i lavoratori in una realtà come quella napoletana già duramente colpita dagli effetti della crisi, ecco la seconda buona notizia: la Camera ha approvato un emendamento a firma mia e di Luisa Bossa per consentire agli enti lirici in difficoltà economica come il Teatro San Carlo di Napoli di dilazionare i debiti con fisco. Si tratta di un emendamento al decreto legge 83/2014 (Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo) che permette, nelle more dell’approvazione dei piani industriali delle fondazioni in difficoltà, la dilazione dei debiti fiscali nei confronti dello Stato. Considerato che il Teatro San Carlo di Napoli è commissariato anche per via della difficile situazione economica e finanziaria, ferma restando la facoltà dell’agenzia delle entrate di approvare queste dilazioni a seconda delle diverse situazioni economiche, la norma permetterà di evitare che i lavoratori debbano subire ritardi per la corresponsione degli stipendi e più in generale disagi economici fino alla fine delle varie procedure.