Gianluca Daniele, è uno dei volti nuovi del consiglio regionale della Campania.
Sposato m con Federica padre di una figlia di 6 anni, Caterina, negli anni Novanta, Daniele è stato presidente nazionale di Tempi Moderni, associazione giovanile della Cgil, e fondatore del sindacato dei nuovi lavori NIdiL. Per oltre dieci anni è stato segretario generale del sindacato dei lavoratori della Comunicazione di Napoli e della Campania Slc e, fino al giorno prima della sua elezione in seno al consiglio regionale, segretario della Cgil Napoli.
Di formazione cattolica, ha partecipato con Pierre Carniti all’esperienza dei Cristiano sociali per poi entrare a far parte dei Ds. Negli anni addietro, ha aderiso al Partito democratico del quale è membro dell’Assemblea nazionale, eletto nel collegio di Napoli nelle primarie del 2013. Daniele, in questa intervista rilasciata a Linkabile, ha traccolto un bilancio dei primi 100 giorni di governo De Luca, concentrando la sua attenzione su alcuni punti fondamentali.
Onorevole Daniele, può tracciare un bilancio dei primi 100 giorni delgoverno De Luca?
“Siamo ancora all’inizio di un percorso, lungo e difficile, ma il presidente De Luca è già riuscito ad imprimere una svolta nell’atteggiamento della Regione, che con Caldoro sembrava assente e passiva rispetto alla realtà drammatica della Campania, e invece oggi è in campo su tutte le principali questioni aperte. Misure concrete sono state già approvate sui rifiuti, nella sanità (a cominciare dalla stabilizzazione dei precari e dal management delle Asl), così come nel campo dei trasporti e del turismo. In particolare, vorrei sottolineare la variazione di bilancio che ha consentito di reperire circa 15 milioni di euro destinati al fondo per le disabilità e al sostegno alle fasce deboli della popolazione. Non dimentichiamo, però, che oggi De Luca è costretto a muoversi sulla base di un bilancio impostato dalla precedente giunta: sarà con l’approvazione del bilancio 2016 che il presidente potrà dare indicazioni più incisive su quali saranno le scelte strategiche della sua amministrazione, e io sono certo – e per questo mi batterò – che la creazione di posti di lavoro dovrà essere l’obiettivo prioritario delle scelte che andremo a compiere”.
La Campania è una delle regioni con il più alto tasso di disoccupazione.
Cosa fare per ridurre tale disoccupazione? Quali provvedimenti introdurre?
“Innanzitutto, in Campania esiste ancora – anche se indebolito – un tessuto industriale di grandi aziende, alcune delle quali pubbliche, che va rafforzato anche in considerazione delle tante piccole e medie imprese che operano nell’indotto. La strada è quella di puntare da un lato sull’innovazione tecnologica e dall’altro sulle start up giovanili. Poi è necessario creare quelle condizioni che favoriscono l’arrivo di capitali, italiani e stranieri, sul nostro territorio perché, senza investimenti, è impossibile creare nuova occupazione. Infine, bisogna concentrare l’utilizzo dei fondi europei su pochi grandi progetti e sul sostegno a settori in cui la Campania può eccellere, a cominciare dalla cultura e dal turismo, anche sfruttando l’enorme patrimonio enogastronomico”.
Nelle ultime settimane si è parlato di una possibile introduzione del
reddito di cittadinanza. Sarebbe favorevole a tale provvedimento?
“Il primo disegno di legge presentato in Consiglio per l’introduzione di un reddito di cittadinanza porta la mia firma, e ha come secondo firmatario il presidente dell’Assemblea, Rosa D’Amelio. Credo, quindi, che esista una necessità di intervenire, ma senza demagogia. Un sostegno a tutti non può realisticamente essere introdotto, perché costerebbe troppo: è necessario individuare le fasce di popolazione che oggi sono in maggiore difficoltà, a cominciare da chi perde il lavoro dopo i 55 anni e non può ancora andare in pensione, fino alle famiglie senza reddito in cui vi siano molti minori o disabili. Partire con un intervento selettivo, quindi, anche per evitare storture con il rischio di produrre, nonostante le buone intenzioni, ulteriori disuguaglianze”.