Il disegno di legge sul fine vita, dopo il sì delle commissioni Affari sociali e Giustizia dello scorso 9 dicembre, approda oggi alla Camera per la discussione. Ecco cosa prevede il testo attuale e quali potrebbero essere i possibili scogli prima dell’approvazione a Montecitorio e del passaggio al Senato.
Il via libera delle commissioni è arrivato a 3 anni dalla prima ordinanza della Corte costituzionale del novembre 2018 che, in seguito al caso di Dj Fabo, sollecitava il Parlamento a varare una legge sul suicidio assistito. Un passo avanti quello politico che arriva dopo le mediazioni dei relatori Alfredo Bazoli (Pd) e Nicola Provenza (M5s), che hanno accolto alcune significative richieste del Centrodestra che ha superato l’ostruzionismo condotto per tre anni, pur rimanendo contrario alla legge.
All’ordinanza del novembre 2018, era seguita nel novembre 2019 una sentenza della Consulta che dichiarava parzialmente incostituzionale il reato di aiuto al suicidio nella sentenza sul caso Dj Fabo-Cappato (articolo 580 del codice penale).
Il suicidio assistito, al centro del ddl sul fine vita, prevede la possibilità per il malato di autosomministrarsi la sostanza letale, medicinale fornito da un medico che non è punibile. L’eutanasia legale, non inclusa nel ddl, invece richiede l’intervento di un medico che somministra il farmaco.
La Corte costituzionale ha indicato al Parlamento quattro pilastri per una legge sul suicidio assistito: che il paziente sia in grado di intendere e volere; che sia affetto da una malattia non reversibile; che abbia sofferenze psichiche o fisiche intollerabili; che dipenda da presidi vitali.
Il testo che sarà discusso alla Camera prevede la sanatoria dei casi precedenti. “Non è punibile – si legge in un emendamento – chiunque sia stato condannato, anche con sentenza passata in giudicato, per aver agevolato in qualsiasi modo la morte volontaria medicalmente assistita di una persona prima della entrata in vigore della presente legge, qualora al momento del fatto ricorressero i presupposti delle condizioni della presente legge e la volontà libera informata e consapevole della persona richiedente fosse stata inequivocabilmente accertata”.
I relatori hanno accolto alcune richieste del Centrodestra. La prima proposta recepita è l’obiezione di coscienza per i sanitari, richiesta anche dalla Cei. Inoltre è stato previsto che le sofferenze del paziente siano “fisiche e psichiche” e non “fisiche o psichiche”, e ancora che il paziente deve essere tenuto in vita da trattamenti sanitari di sostegno vitale, la cui interruzione provocherebbe il decesso del paziente.
Il Centrodestra chiedeva di introdurre altre limitazioni che tuttavia avrebbero svuotato la legge rispetto alla sentenza della Corte costituzionale, come il fatto che il malato fosse in fin di vita e che il sostegno vitale fosse l’alimentazione e l’idratazione artificiale. Il Centrodestra ripresenterà alcuni emendamenti in Aula, dove l’incognita è rappresentata dai voti segreti.
Un testo, quello licenziato dalle commissioni, che non soddisfa Marco Cappato e Filomena Gallo dell’associazione Luca Coscioni: “Presenta discriminazioni e lungaggini, in particolare su condizione del malato, tempistiche, cure palliative, obiezione di coscienza”. L’associazione ha presentato online una proposta con emendamenti “ritenuti indispensabili perché la legge in questione sia utile e rappresenti, al contrario del testo attuale, un passo avanti rispetto allo scenario attuale”.
Il ddl che sarà discusso a Montecitorio non include l’eutanasia legale sulla quale, se la Corte costituzionale darà il via libera, ci sarà nella prossima primavera un referendum che chiede l’abrogazione parziale dell’articolo 579 del codice penale sull’omicidio del consenziente.
(Fonte Skytg24)