Arriva un altro diverbio sulla parola, su come chiamare e parlare della nostra terra. Non bastavano Saviano e de Magistris con la querelle sull’ottimismo e pessimismo, uno che ha fatto di Gomorra una serie senza luce e di Napoli tutto l’opposto della solita cartolina golfo-babà-mandolino, e l’altro che cerca disperatamente di portare un po’ di positivo in questa città. Ecco che si aggiungono Gigi D’Alessio e il neo governatore della Campania Vincenzo De Luca che ha avuto da ridire sull’ultimo singolo messo in campo dal cantante partenopeo: Napoli ribattezzata come “Malaterra” e un concerto intero, che si terrà il 6 settembre alla Reggia di Caserta, tutto dedicato alla Terra dei Fuochi, finanziato dalla Regione Campania.
«Il concerto di Gigi D’Alessio? – ha commentato De Luca – Può servire ma se lo chiamiamo “malaterra” ci tagliamo le speranze da soli. Dovremmo chiamarlo “Terra dei fiori” e comunque in futuro dico concertini zero, come le ecoballe». L’uomo che certamente passerà alla storia per il suo temperamento rude (brillantemente vezzeggiato da Crozza), ha poi aggiunto che saranno presentati all’Expo dati tanto incoraggianti che la Campania, di recente ribattezzata Terra dei fuochi la «bisognerà chiamare Terra dei Fiori. Scopriremo che ci sono aree della Lombardia o del Veneto cento volte più inquinate della terra dei fuochi. Dobbiamo quindi lavorare a una campagna di promozione sulla base dei fatti concreti, dicendo che siamo andati in questo terreno, abbiamo fatto queste analisi e abbiamo ottenuto questi risultati». Vade retro pessimismo insomma; si fa avanti l’ottimismo di De Luca, tutto farcito di dati e concretezza. Così come pragmatica è stata la risposta in merito al termovalorizzatore: «Non per una posizione ideologica, ma perché costruire un impianto significherebbe 350 milioni di spesa con un’entrata in funzione non prima di quattro anni, considerando poi che un impianto da 300.000 tonnellate annue ci mette vent’anni per eliminare le ecoballe».
Linea secca anche su termovalorizzatori come illustrato nel corso di una conferenza stampa: «Un terzo delle ecoballe sarà smaltito in altre regioni. C’è già la disponibilità della Toscana. Per le altre saranno potenziati gli Stir di Tufino, Giugliano e Caivano» ha dichiarato illustrando il nuovo piano di smaltimento che prevede, inoltre, la realizzazione di almeno quattro impianti di compostaggio chiusi per la lavorazione dell’umido, finanziati grazie a 100 milioni di fondi europei. De Luca è intervenuto anche sulla questione dell’impianto di compostaggio di Scampia: «Decidono i sindaci ma mi permetto di raccomandare che si faccia una scelta sostenibile, il più lontano possibile dalle abitazioni e non in zone con problemi sociali. Noi abbiamo pensato ad aeree industriali abbandonate».
La perentorietà del nuovo governatore della Campania acquista sempre più il sapore di una rivoluzione, quanto meno linguistica, rispetto alla linea molto più lieve del flebile Caldoro. Un cambio di rotta che si dimostra necessario anche in altri settori, come quello ospedaliero: «A mio avviso – ha confessato De Luca ai microfoni di Radio Kiss Kiss – è necessario che in centro a Napoli ci sia almeno un pronto soccorso mentre la vocazione naturale dell’Ospedale del Mare è che diventi un punto di riferimento per l’area metropolitana con funzioni di eccellenza e con professionisti di valore internazionale. Partiremo dall’Asl Napoli 2, dove mi arrivano notizie da brividi. E mi fermo qui. Rinnovo il mio avvertimento a tutti coloro che hanno posizioni di responsabilità e di gestione e che pensano in queste settimane di tentare l’assalto alla diligenza: fate attenzione, se troveremo una sola virgola fuori posto ci rivolgeremo alla Procura e alla Corte dei Conti, non faremo sconti a nessuno».
Avvertimenti, quasi minacce. Un De Luca durissimo che dichiara a più riprese – anche quando parla della volontà di rilancio dell’economia della Campania – di essere «collocati sulla linea del merito e non del clientelismo. In programma, investimenti importanti nei principali settori di sviluppo, in modo particolare per valorizzare le eccellenze campane, tutelare l’ambiente e garantire la legalità nei nostri territori».