Come forse avrete letto sui giornali napoletani ho detto “sì” alla proposta lanciata da Pina Picierno e Francesco Nicodemo: sì a primarie “congiunte” per la scelta del candidato governatore della Campania e contestualmente per quella del candidato a sindaco di Napoli. Il rischio che l’esperienza di de Magistris al Comune si chiuda in anticipo, infatti, è concreta e reale e costituisce in ogni caso il risultato di un isolamento che il sindaco in questi anni si è costruito da solo, con le sue mani. Perciò adesso, pur essendo partito tre anni fa con una maggioranza “bulgara”, si è ridotto a una sopravvivenza sul filo del rasoio e il rischio che l’azione di governo della sua giunta diventi ostaggio dei “ricatti” delle singole forze o peggio dei singoli consiglieri è tutt’altro che lontano. Questa sarebbe la iattura peggiore per Napoli che invece, soprattutto in questo momento, ha bisogno di una forza e di una capacità d’azione e d’intervento che i numeri risicati su cui può contare non possono certo garantire. Per questo invitiamo il sindaco a fare un gesto di generosità verso la città, anteponendo l’interesse generale a quello pur legittimo suo e della sua giunta di restare al governo, affinché chiuda questa esperienza amministrativa e permetta a Napoli di ritrovare lo slancio necessario ad affrontare le tante troppe emergenze che la attraversano. Quanto alla Regione, è evidente che per battere il centrodestra di Caldoro e Cosentino alle prossime regionali servirà la più ampia convergenza possibile tra le forze politiche del centrosinistra e le energie sane e propositive della società. E ovviamente, per chiudere quest’esperienza di governo rivelatasi fallimentare sotto molti punti di vista, Napoli è fondamentale: senza una reazione forte da parte del capoluogo partenopeo è impensabile che la Regione rialzi la testa. Per questo, davanti a un progetto politico chiaro e ben definito, bene il sostegno anche da parte di quelle forze – politiche e non – che attualmente al Comune sostengono l’amministrazione de Magistris. Meno bene, a mio avviso, che a guidare questa operazione sia proprio lui, de Magistris. Sorvolando sugli esiti scoraggianti del “precedente Ingroia”, infatti, anche stavolta a fare le spese del suo protagonismo politico sarebbero i napoletani. Da sindaco in carica, infatti, de Magistris farebbe campagna elettorale contro quello che giocoforza è il suo principale interlocutore istituzionale: non è pensabile che ciò avvenga senza ripercussioni negative per la città. Quindi, massima apertura sulla possibilità di accrescere il sostegno alla nostra battaglia politica ma sbaglia de Magistris quando pone la questione del sostegno alle regionali nei termini di un sostanziale “baratto” in vista di una sua ricandidatura al Comune. Anche perché, mi verrebbe da dire, dove mai dovrebbero stare le forze del centrosinistra e quelle della società civile impegnate per il cambiamento se non dalla parte di chi si candida a guidare la Regione in alternativa a Caldoro
e al centrodestra?