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Decreto Green Pass, dietrofront della Lega che ritira tutti gli emendamenti: niente voto di fiducia

Accordo raggiunto sul decreto Green pass. Tutti i partiti della maggioranza, compresa la Lega, hanno concordato di ritirare gli emendamenti presentati in aula alla Camera. A questo punto il governo non porrà la fiducia. Il provvedimento scadrà il 21 settembre e dopo l’ok di Montecitorio dovrà passare all’esame del Senato.

La “spina nel fianco” era rappresentata da circa cinque votazioni su altrettanti emendamenti a scrutinio segreto: tra queste, quelle relative alla richiesta di Lega, L’Alternativa C’è e Fdi di innalzare a 18 anni l’esonero del Green pass, attualmente previsto a 12 anni.

Movimento 5 stelle e Pd avevano spinto affinché la Lega non avesse margini di azione. Del resto Salvini aveva corretto il tiro ma aveva anche detto che non bisognava blindare il provvedimento perché “il Parlamento deve contare”. Lo stesso ministro Giorgetti aveva certificato che si andrà verso una nuova estensione del passaporto sanitario. Una linea opposta a quella cavalcata da esponenti del partito di via Bellerio come Borghi che in caso di fiducia avrebbe (presumibilmente) votato contro l’esecutivo insieme a un’altra decina di deputati del Carroccio.

Lega pronta a valutare emendamenti di Fratelli d’Italia – Dopo il ritiro degli emendamenti da parte della Lega, Matteo Salvini non esclude di votare le proposte di modifica presentate da Fratelli d’Italia. “Se ci sono emendamenti che noi condividiamo da chiunque arrivino noi li sosteniamo. Sulla base di quante nostre proposte saranno accolte valuteremo di conseguenza, ma non è mai stata in discussione la nostra fiducia al governo e a Draghi. Se ci bocciano le nostre proposte voteremo contro. Il Parlamento è fatto per parlare e per discutere”.

Serracchiani (Pd): Lega con FdI? Salvini si decida – “L’intenzione della Lega di votare a favore di alcuni emendamenti di Fdi e di astenersi su quello che chiede l’abolizione del Green pass è un atto irresponsabile – ha commentato Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera – . Deve finire l’ambiguità di Salvini che in Consiglio dei ministri condivide le scelte del governo e poi in Parlamento lavora per cancellarli in accordo con Fratelli d’Italia. Salvini decida da quale parte stare, se in maggioranza o all’opposizione del governo Draghi. Giochini per convenienze di partito sono inaccettabili”.

A breve, quindi, il premier Draghi potrà dare il via alla cabina di regia; una riunione dei rappresentanti delle forze politiche al governo potrebbe tenersi la prossima settimana. L’obiettivo è quello di portare a casa il decreto in Aula ed arrivare poi all’estensione del Green pass anche nei luoghi di lavoro. Per l’allargamento sull’utilizzo del passaporto sanitario si prevedono quindi tempi più lunghi anche se il ministro Speranza ha assicurato che si arriverà presto in questa direzione.

Ieri da Draghi si è recato il segretario della Cgil, Landini. Si è discusso “delle prospettive dell’economia in vista dei prossimi mesi e delle principali questioni legate al tema del lavoro”. La richiesta delle sigle sindacali è che siano le aziende a farsi carico del costo dei tamponi.

Sileri: “Estensione GP a un anno ha basi scientifiche” – “In alcune categorie vi è una riduzione dell’immunità offerta dai vaccini e quelle categorie verranno richiamate per una terza dose prima. Per il resto della popolazione l’evidenza è che l’immunità si avvicini ad un anno. In ogni caso dai sei mesi per i meno immuni-competenti ai 12, forse anche qualcosa di più, per alcuni vaccini, ma ce lo dirà la scienza, vi sarà un richiamo. Ecco da dove nasce l’estensione del Green Pass, da una solida base scientifica”. Lo ha confermato a Radio 1 in Campo il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri che ha aggiunto: “E’ auspicabile che ad oggi usiamo i vaccini che abbiamo, ma per il prossimo anno ve ne saranno alcuni 2.0 che andranno a meglio coprire eventuali varianti identificate”.

 

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