Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il decreto Ristori-bis. Lo si è appreso al Quirinale.
Vale 2,56 miliardi nel 2020 e circa 1 miliardo nel 2021 il decreto ristori bis: nel testo bollinato e in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale vengono precisate anche le coperture delle misure rivolte soprattutto alle partite Iva. Tra le voci di copertura per il 2020, 1,2 miliardi sono stati ‘travasati’ dal fondo per il pagamento dei debiti della P.a.
da 12 miliardi istituito con il decreto Rilancio. Altri 830 milioni derivano da risparmi della Cig Covid, 160 dai risparmi per le indennità per gli stagionali del turismo previste dal decreto agosto, 200 milioni da un fondo per esigenze indifferibili. Altri 100 milioni provengono dal fondo del ministero dell’Interno per la gestione dei centri per l’accoglienza dei migranti.Un fondo di 340 milioni nel 2020 e 70 milioni nel 2021 per aiutare ulteriori attività se ci saranno nuove zone arancioni o rosse. Lo prevede il decreto ristori bis, bollinato e in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Il provvedimento stanzia circa 1 miliardo per i contributi a fondo perduto ai nuovi codici Ateco aggiunti alla lista del Ristori 1 le nuove categorie coinvolte dalla stretta anti-Covid.
Altri 280 milioni vengono stanziati nel 2021 per i ristori delle attività nei centri commerciali e per la filiera alimentare. Stanziati anche 234 milioni nel 2020 (e 78 nel 2021) per il credito d’imposta sugli affitti, 38 milioni per il ristoro ai Comuni per l’estensione della cancellazione dell’Imu, e 35,8 milioni per la sospensione delle tasse per gli Isa e circa mezzo miliardo per lo stop ai versamenti di novembre.
Prevista inoltre la sospensione del versamento dei contributi per il mese di novembre per le attività nelle zone rosse che saranno costrette a chiudere, come previsto dall’ultimo Dpcm anti-Covid. Versamenti di Iva e ritenute in scadenza a metà novembre sospesi anche per alberghi, agenzie di viaggio e tour operator delle zone rosse, anche se queste attività non vengono esplicitamente chiuse dal Dpcm: lo prevede il decreto Ristori bis, bollinato e in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. La misura complessivamente vale 549 milioni. Rispetto alla prima versione delle bozze, la norma definitiva include anche bar e ristoranti delle zone arancioni e rosse tra le attività a cui si applica la sospensione. Confermato lo stop dei versamenti (che riguarda anche le trattenute per le addizionali regionali e comunali per chi è sostituto d’imposta) per le attività sospese a livello nazionale e per tutte quelle costrette a chiudere in zona rossa secondo la nuova lista di codici Ateco (57 categorie, dai negozi agli estetisti). Saranno 130 le categorie che riceveranno i contributi a fondo perduto previsti dal decreto Ristori 1 e dal decreto bis. Il secondo provvedimento, infatti, aggiorna l’elenco di chi avrà diritto al ristoro in virtù del primo decreto, oltre a introdurre una lista ad hoc di codici Ateco delle attività che avranno diritto al ristoro perché in zona rossa. Un complesso meccanismo che prevede comunque ristori automatici per chi già aveva fatto domanda per il contributo previsto dal decreto Rilancio, e una nuova domanda da presentare per chi non ci avesse pensato in estate o era escluso, come le attività sopra i 5 milioni di fatturato.