Era una afosa serata di luglio del 1986, quando in via Caravelli a Torre Annunziata il silenzio fu interrotto dagli spari dei killer che aspettavano l’imprenditore nei pressi del cantiere. Neanche il tempo di scendere dalla propria auto che fu freddato dai colpi di pistola di due giovani in sella ad una moto, con i volti coperti dai caschi.
Luigi Staiano aveva solo 35 anni, era sposato con Angela Villani, giovane e bella come lui, ed era padre di Fabiola, una bambina di appena tre anni.
Entrambe udirono i colpi da casa. Angela, che sapeva della denuncia del marito alla polizia, corse subito in strada e abbracciò Gigi per l’ultima volta. Fabiola non lo vide più ed è cresciuta nel ricordo di un sacrificio, che non ha mai dimenticato, neanche un giorno, ma con gli ideali e i sentimenti che quella privazione le ha trasmesso.
Gigi fu il primo impresario a rivolgersi alle forze dell’ordine. Lo fece senza tentennamenti, subito dopo aver ricevuto le prime minacce estorsive. Si ritrovò solo, sostenuto solo da Angela.
Fu quella solitudine a condannarlo a morte.
La gran parte dei torresi non comprese il profondo e nobile significato della decisione di Gigi e ancora adesso lo seppellisce come uno che ha osato sfidare un potere troppo radicato e accettato per essere sfidato.
E invece Libera, l’associazione antimafie, è intitolata proprio a Gigi! E a Lello Pastore, anch’egli ucciso per non aver voluto pagato il pizzo nel 1996.
Grazie a loro oggi è impossibile che la camorra uccida per estorsione. Potrebbe accadere solo se la città fosse ancora insensibile al richiamo dei morti ammazzati ed isolasse la sua parte che ha scelto di fare da scorta civile a imprenditori e commercianti. L’associazione Antiracket Oplonti non è ancora partita, occorre tempo, cautela, riservatezza per essere efficaci, ma l’impegno preso il 23 novembre 2015, il giorno dell’anniversario di Lello, procede.
Angela e Fabiola vivono ancora a Torre Annunziata ed hanno assistito alla sempre più intensa valorizzazione della figura di Gigi, tanto che il Comune di Torre gli ha intitolato una strada.
Angela, pur malata, ha la forza di ricordarlo ancora, commossa e commovente: “Io e Fabiola, nella nostra vita di vedova e orfana, abbiamo incontrato tante difficoltà, anche culturali. Dopo aver sconfitto la mafia, occorrerà sconfiggere la mafiosità, ovvero la mentalità che ci spinge tutti a cercare scorciatoie illegali, e questa è la cosa più complicata. Dobbiamo prenderci la nostra libertà, perché questo è un paese libero! Dobbiamo lottare insieme e appoggiare gli imprenditori che hanno denunciato e denunciano il racket, perché loro sono l’esempio, loro sono la cura”. Le sue parole sono calde di rabbia ed arrivano dritte al cuore.
Libera oggi è vicinissima, abbracciatissima, ad Angela e Fabiola! E conferma loro che non si accontenta di essere solo Memoria, ma è anche Impegno: il 4 luglio 2015, nella giornata in Memoria di Luigi Staiano, prese l’Impegno di lottare contra la povertà, che favorisce l’espansione criminale, in quanto tutte le mafie utilizzano gli strati sociali più poveri per reclutare manovalanza. Ebbene in questo anno è nato il Coordinamento Antipovertà, formato da 18 fra enti, parrocchie, associazioni e si è sviluppata l’innovativa esperienza per Torre, e l’Italia, della raccolta serale delle eccedenze degli esercizi di alimentari e la distribuzione ai bisognosi; nel solo mese di maggio 2016 sono stati raccolti quasi 400 chili di cibo e distribuite circa 250 cene.
Caro Gigi, senza di te tutto questo non sarebbe stato possibile! Il tuo coraggio ci aiuti ad avere coraggio!