Tantissimi giovani e famiglie a Cisterna di Latina per i funerali di Desiree Mariottini, la 16enne stuprata e trovata morta in un capannone nel quartiere di San Lorenzo a Roma. Davanti alla chiesa di San Valentino a Cisterna di Latina, nel quartiere dove abitava Desirée, ci sono diverse centinaia di persone. In strada, legati ai cartelli e ai pali della luce, ci sono palloncini rosa e bianchi e sul sagrato della chiesa tra le tante corone di fiori anche quella della Regione Lazio.
A Roma, come annunciato nei giorni scorsi dal sindaco, Virginia Raggi, è stato proclamato il lutto cittadino. La restituzione della salma della giovanissima vittima arriva a quasi dieci giorni dalla tragica morte. Gli inquirenti restano in attesa dei risultati ulteriori legati all’esame autoptico.
Oltre all’esame tossicologico, importati elementi potrebbero arrivare dagli esami del Dna: accertamenti che puntano a stabilire se anche altre persone, oltre ai quattro fermati, hanno abusato di lei. Al momento in Procura si specifica che non ci sono nuovi iscritti nel registro degli indagati ma non è escluso che l’inchiesta possa subire nei prossimi giorni nuove accelerazioni sopratutto in relazione al mancato soccorso della ragazzina: chi ha visto Desiree esanime, chi ha capito che stava malissimo e non ha fatto nulla ora rischia di entrare nell’inchiesta. Nel provvedimento con cui il gip Maria Paola Tomaselli ha disposto il carcere per i tre fermati a Roma (due senegalesi e un nigeriano) viene affermato che gli indagati “impedirono di chiamare i soccorsi per aiutarla ad alcuni dei presenti”. Proprio questi ultimi, forse in totale otto persone, che erano intorno alla giovane, secondo il racconto di un testimone, potrebbero essere indagati per omissione di soccorso.