Il probabile futuro candidato Premier del Movimento 5 Stelle Luigi di Maio riesce, non sempre con buoni risultati, a far sempre parlare di sé. E’ di ieri infatti, l’ultima uscita infelice del Vice-Presidente della Camera grillino che, via Facebook, ha scritto che: ”Mentre la Romani sta importando dall’Italia le nostre imprese, i nostri capitali, l’Italia ha importato dalla Romania il 40% dei loro criminali”. Un’affermazione che lascia stupiti, oltre per l’infondatezza di questi ”dati”, anche solo per la superficialità con cui è stata gettata nel fango un’intera comunità da Di Maio. I Romeni, infatti, stando a gli ultimi dati disponibili, sono il gruppo più grande, per nazionalità, presente nel nostro Paese: quasi 1 milione e 132 mila persone, uno straniero su quattro per intenderci; e che, per di più, godono dello status di cittadini europei. Immediate le risposte indignate dei cittadini romeni presenti nel nostro Paese, e, intanto, continua a montare la protesta sul web per le parole di uno dei leader pentastellati. Scivolone o tattica populista? Cresce il dubbio che il Di Maio abbia cercato di scavalcare il recinto a destra e cercato compagnia nelle terre salviniane; un’affermazione qualunquista che non trova riscontro in nessuna precedente dichiarazione di alcun aderente ai 5 Stelle. Il Vice-Presidente gioca, con il fuoco, sui luoghi comuni della Romania, ma ne viene fuori un altro capolavoro di approssimazione come lo furono i: ”Pinochet del Venezuela”, ‘‘Le lobby dei malati di cancro” fino al ‘‘Voto eversivo, non lamentatevi della violenza”. Tutte scivolate per cui l’Onorevole pomiglianese non si è mai scusato, anzi, ha sempre rincarato la dose, e in questo caso, non ha certo cambiato strategia.
Mario Cassese