Sempre più spesso si sente parlare di alimentazione vegana per salvaguardare il pianeta e la fauna.
I vegani si differenziano dai vegetariani nella scelta del cibo poiché prediligono solo ed esclusivamente alimenti che non derivano dagli animali.
Eliminati quindi, oltre alla carne e pesce, anche tutti i derivati come latte, burro, uova e miele.
Per assumere il fabbisogno giornaliero di proteine, i vegani assumono prodotti maggiormente proteici derivanti da legumi. La dieta, inoltre, prevede consumo di cereali, frutta, verdura, semi e oli.
Molti sono scettici al riguardo e preferiscono continuare a mangiare carne e derivati, ma il Ministero della Salute approva questo tipo di alimentazione dal 2015: “È noto che una dieta vegetariana conferisca protezione dalle malattie cardiovascolari, da alcuni tipi di neoplasie (in particolare colon e tratto gastroenterico e vie respiratorie), e sia associata a una riduzione della mortalità per tutte le cause. Rispetto alle diete vegetariane la dieta vegana sembra offrire un’ulteriore protezione dall’insorgenza di obesità, ipertensione, diabete mellito di tipo 2 e mortalità cardiovascolare, soprattutto nel sesso maschile”.
Da uno studio del Gruppo Prodotti vegetali di Unione Italiana Food insieme ad AstraRicerche è emerso che il 75% dei giovani effettua una dieta vegetale abituale.
Mauro Ferraresi, sociologo, afferma: “L’attenzione crescente verso la salvaguardia del pianeta è un segnale evidente dell’impegno delle nuove generazioni nel promuovere uno stile di vita responsabile. Questo impegno si riflette nelle scelte di consumo, anche a tavola. Merito di una maggiore informazione sulle tematiche ambientali e dell’apertura all’innovazione e a seguire nuove tendenze, anche alimentari”.
Non risulterebbero, insomma, rischi per la salute e gli animali ne gioverebbero. Il consumo, però, di più verdura e frutta, talvolta anche fuori stagione, potrebbe sovrasfruttare le piantagioni e i coltivatori, soprattutto nelle zone più povere del mondo.
Scegliere di fare una dieta vegana può essere un buon inizio, ma è necessario assicurarsi della provenienza dei prodotti che si assumono per non ricadere in errori già fatti.
