Il Partito Democratico dà mandato al Segretario Zingaretti per formare nuovo Governo con il Movimento 5Stelle: questo è l’esito del voto nella Direzione Pd appena conclusa alla Camera, «la direzione del Pd ha dato mandato a Zingaretti a dare la disponibilità nelle consultazioni a verificare le possibilità di un nuovo governo con un mandato esplorativo. Tutti i componenti della direzione hanno votato a favore della relazione del segretario, tranne il senatore Matteo Richetti». Renziani e zingarettiani uniti nel chiedere a Mattarella un nuovo Governo con a questo punto Giuseppe Conte nuovo Premier: questa una parte del discorso fatta dal Segretario che ha ricevuto un’ovazione al termine della Direzione «Chiederemo una discontinuità. Potevamo scegliere diversamente? Forse. A partire dalla figura del premier. Ma abbiamo deciso di aprire alla scelta di Conte perché cosi’ ha deciso il M5S […] Serve un modello diverso di governo rispetto al precedente ed equilibri accettabili per tutti. Vi chiedo un mandato chiaro per dare al capo dello Stato la nostra disponibilità a verificare con il presidente incaricato la possibilità di dare vita ad un governo per il Paese». Secco e unico il no di Matteo Richetti, uscito scuro in volto dalla Direzione «così ci umiliamo. Abbiamo detto di sì a tutto quello che hanno detto i 5Stelle, ho il diritto di essere contrario», lamenta il deputato sottolineando poi come nelle ultime due Direzioni non c’è stato dibattito ma solo comunicazioni del Segretario.
Con l’arrivo di Nicola Zingaretti e Paolo Gentiloni alla Camera dei Deputati poco fa può avere inizio la Direzione Nazionale del Pd convocata ieri e poi slittata ad oggi per dirimere la linea sull’accordo di Governo con i 5Stelle. Nello stesso tempo, sempre a Montecitorio sono in corso le trattative con colloqui tra i capigruppo Delrio e Marcucci con quelli del Movimento 5 Stelle: «Siamo al lavoro sui contenuti», spiega il primo, «Di Maio? Non credo che ci siano veti» aggiunge il secondo. Il problema è infatti il ruolo nel nuovo governo del leader M5s e il voto su Rousseau lanciato a sorpresa ieri sera da Di Maio per dare l’ultima parola sul Governo giallorosso non a Mattarella nelle consultazioni ma alla piattaforma gestita dalla Casaleggio Associati. Il vicesegretario Pd Orlando prima di entrare alla Direzione Pd commenta «Non c’è un problema Di Maio, ma c’è un problema di struttura di governo. Se c’è un premier del Movimento 5 stelle è giusto che ci sia un vicepremier del Partito democratico. Serve a fare comprendere che stiamo entrando in una fase effettivamente nuova». Non solo, poco dopo aggiunge «Se il voto su Rousseau dovesse entrare in conflitto con la procedura prevista dalla Costituzione e incidere sulle decisioni del Capo dello Stato sarebbe inaccettabile. Se è uno strumento di decisione interna è un altro discorso». Renzi manca alla Direzione, Calenda annuncia l’addio al partito qualora partisse il Governo con i 5Stelle «se il Pd fa l’accordo con il M5s, io lascio il partito» mentre Boccia attacca «Oggi o mai più, non abbiamo mai parlato di poltrone». Ma la parola più importante viene detta dal Segretario Zingaretti all’ingresso alla Camera «Di Maio vicepremier? No: ci deve essere un governo nuovo».