Scenderanno in strada questa mattina, davanti alla sede della Regione Campania a Palazzo Santa Lucia, per chiedere a gran voce il ritiro di un provvedimento che danneggia i disabili mentali campani e le loro famiglie per tagli operati con logiche “ragionieristiche”. L’atto incriminato è il decreto n. 108 del 2014 che dimezza i servizi socio-sanitari e lascia senza assistenza centinaia di disabili rappresentati dal Coordinamento Campano delle famiglie per i diritti dei disabili.
Precisamente in Campania dal prossimo 1 febbraio, saranno 1530 i giovani e gli adulti disabili mentali che non troveranno più spazio nei semiconvitti, cioè in strutture con regime di semiresidenzialità. Il tutto per un risparmio per le casse regionali di 42 milioni di euro l’anno, ma a prezzo altissimo in termini economici e di tempo per le famiglie che dovranno provvedere a loro spese alla cura dei loro cari disabili.
«Il decreto n. 108 della Regione Campania è come un colpo d’ascia sulla testa delle persone. Taglia 1.600 posti nei centri diurni socio-sanitari per i disabili. Tali prestazioni dovrebbero essere sostituiti, secondo la normativa, da servizi territoriali e di assistenza residenziale. Ma, a oggi, non possiamo più accettare il condizionale. I tagli da parte del Governo e della Regione hanno già congelato molti servizi territoriali e gli enti locali sono impossibilitati a prevederne di nuovi» – spiega Giovanpaolo Gaudino, presidente di Federsolidarità-Confcooperative, la Federazione che aggrega le cooperative sociali aderenti a Confcooperative Campania.
«A questo punto c’è da chiedersi: i governanti di questa Regione vivono in Campania o su Marte? Oppure mentono, sapendo di mentire? – continua Gaudino – È indubbia la necessità di pianificare un sistema integrato di servizi territoriali e socio-sanitari sempre più efficaci e sostenibili. Ma non è con i tagli sconsiderati che si procede nel verso giusto. Serve programmare, investire, dialogare con i territori e con i gestori dei servizi. Invece, si taglia. Si taglia senza porsi affatto il problema delle conseguenze per le persone. Per noi questo significa solo una cosa: che ancora una volta l’unica preoccupazione della Regione è far tornare i conti sulla pelle dei più deboli. Un’ulteriore anomalia del decreto è la conversione dei posti per ricoveri semiresidenziali in residenziali, che costano molto di più. Caldoro ha una sola alternativa: ritirare immediatamente il decreto».
Ancora più duro il commento di Toni Nocchetti, presidente dell’associazione “Tutti a scuola”. «E’ una sconfitta della civiltà di un Paese assistere alla protesta di genitori anziani di disabili. Ogni altro commento è superfluo – attacca Nocchetti, che si dice non soddisfatto della risposta sul tema arrivata nelle ultime ore dall’assessore regionale alle Politiche sociali Bianca D’Angelo, disponibile a sostenere la battaglia delle famiglie, ma contro i tagli inflitti dalla Legge di Stabilità – L’assessore D’Angelo non è competente sul decreto 108 che in calce porta la firma del commissario ad acta per la Sanità Stefano Caldoro. A che titolo quindi parla? Come delegata della Regione? Come vicaria del presidente?». Nocchetti insomma si aspetta che a intervenire sia direttamente Caldoro: «Vogliamo soluzioni a un problema che riguarda oltre 1500 persone con disabilità mentale. La politica risolva, poi ci siederemo ai tavoli a parlare con chiunque».