Sono ormai saliti a oltre centocinquanta i morti che sono rimasti sul terreno durante combattimenti nella città yemenita. Nella città portuale yemenita di Hodeidah, sempre più drammatiche le notizie provenienti, sotto il controllo dei ribelli huthi e sottoposta negli ultimi giorni ai ripetuti bombardamenti della coalizione militare a guida saudita, sostenute via terra dalle forze armate governative. Le organizzazioni umanitarie, riferiscono che sono oltre centocinquanta le vittime dei combattimenti, che, tra enormi difficoltà, agiscono nel paese. I bombardamenti di ieri hanno colpito un ospedale, causando gravi danni a una delle falmacie che fornisce medicinali salvavita già stremata popolazione. Diverse bombe sono state lanciate anche sulle zone residenziali. Diversamente i raid aerei della coalizione non si fermano, e le truppe lealiste si fanno strada nei quartieri periferici orientali e meridionali della città, puntando verso il cuore del porto strategico sul Mar Rosso. L’O.N.U., ha denunciato le dimensioni di una tragedia senza precedenti, sono le dichiarazioni degli operatori umanitari, che affermano « è in pericolo la vita, di centinaia di migliaia di persone, tra cui la metà dei quali sono bambini, i blocchi stradali impediscono alle persone di uscire o di entrare in città durante la notte, di fatto intrappolandole in una zona dove si combatte». Secondo fonti delle Nazioni Unite, a Hodeidah vivono ancora mezzo milione di civili, intrappolati dall’assedio imposto da mesi dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti, che sostengono il governo yemenita in esilio e che dal 2015 lottano contro l’insurrezione huthi. La conquista di Hodeidah è considerata strategica. Il porto, punto strategico situato sul Mar Rosso, passa circa una notevole quantità alcune fonti parlano del’80 per cento degli aiuti umanitari, dove è spesso crocevia di gran parte dei rifornimenti militari esterni ai ribelli huthi i quali controllano anche la capitale, Sana’a. La guerra nello Yemen, dove nessun obiettivo civile viene risparmiato è in corso dal marzo del 2015 ed ha già provocato oltre 17.000 morti, di cui almeno 11.000 civili.
Raffaele Fattopace