Quest’anno tra maggio e luglio ricadono già 25 anni dalla morte dei due giudici Falcone e Borsellino e Rita Atria, i primi due vittime degli attentati di Mafia nella stagione ’92; mentre la seconda era la giovane testimone di giustizia che si tolse la vita il 26 luglio del 1992. In occasione proprio di questo anniversario presso il Centro culturale polivalente sorto all’interno di un bene confiscato alla mafia ad Altavilla Milicia sarà rappresentato “Storia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”. Lo spettacolo, pensato da Angelo Sicilia con la sua Marionettistica Popolare Siciliana ha messo in scena il ciclo dei pupi antimafia, incomincerà alle 19. La trama narra la vicenda umana e l’impegno antimafia dei due giudici: l’incontro con la mafia, le istituzioni e la complessa vicenda del pool antimafia vengono raccontate con il linguaggio semplice e diretto del teatro dei pupi. La rappresentazione sarà preceduta dalla cerimonia di apertura della struttura, dai saluti del sindaco, Pino Virga, e dalla presentazione delle prossime attività e progettualità presso il bene a cura del Consorzio Ulisse. Quindi con questo spettacolo che andrà in scena il prossimo 26 luglio è chiaro che la Sicilia e tutta Italia vogliono ricordare e far ricordare tutti coloro che negli anni passati hanno cercato di sconfiggere la criminalità organizzata con le proprie forze anche se tutti questi “eroi” ci hanno rimesso la vita, oggi sono ricordati con murales, parchi a loro dedicati e sculture per far sì che anche le nuove generazioni in futuro possano ricordare tutti coloro che si sono battuti per la legalità e per far sì che la Campania, la Calabria e la Sicilia possa diventare finalmente un luogo libero dalle criminalità organizzate. Ma ovviamente per arrivare a ciò bisogna che il popolo riesca a “cambiare” ma per farlo, come dice la stessa Atria nella sua lettera che scrisse un poco prima di compiere il suo “gesto estremo” “Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi ed il nostro modo sbagliato di comportarsi” perché altrimenti è come se “quei poveri scemi che combattono contro i mulini a vento saranno uccisi “. Per fare ciò bisogna – come continua la stessa giovane testimone di giustizia – “occorre sensibilizzare i giovani, in quanto la legalità assume una sua funzione quando si estrinseca in consapevolezza dei principi che determinano la coesistenza tra comunità d’individui sempre più ampie, per tanto è doveroso salvaguardare, fin dalla più tenera età, i cardini della legalità e dei diritti umani, in modo che possano radicarsi nella coscienza collettiva e diventare automaticamente il viatico per una scelta di vita responsabile e dignitosa”.