Don Aniello Manganiello, celebre prete anticamorra, è intervenuto nel corso di Dentro I Fatti, settimanale di approfondimento politico e culturale, condotto da Samuele Ciambriello ed in onda tutti i lunedì dalle 13 alle 14 sulle frequenze di radio club 91.
Sempre chiaro e diretto, don Aniello non le ha di certo mandate a dire, soprattutto alla classe dirigente ed alle istituzioni che dovrebbero avere il compito di vigilare per il rispetto e nel rispetto della legalità, ma che il più delle volte si ritrovano coinvolte in circoli viziosi che nulla hanno a che vedere con il ruolo che esse ricoprono.
“È bene che la nostra classe dirigente si interroghi sul perché di tanta insofferenza tra la popolazione. Con il loro cattivo esempio, e con il loro stile di vita certamente non consono all’agire morale, non fanno altro che accrescere odio e rancore verso le istituzioni. Bisogna che essi in primis, agiscano con rettitudine ed onestà, altrimenti come possono pensare di risollevare le sorti del nostro Paese?”.
Il prete anticamorra per eccellenza, ha poi parlato della polemica innescata dalle dichiarazioni di Massimo Giletti e Matteo Salvini sulla città di Napoli.
“A Napoli non siamo camorristi, ma la camorra è un ammortizzatore sociale ed è colpa del Governo e degli amministratori locali ed in particolare quello regionali, che in questi anni non hanno fatto gioco di squadra per combatterla”.
La ricetta per combattere la camorra, però, per Don Aniello Manganiello, esiste ed è semplice.
“Solo attraverso il Vangelo e la cultura della legalità, la camorra può essere sconfitta. Senza dimenticare, poi, che il lavoro aiuta non poco in questo senso, perché lavoro equivale a cultura ed in giro c’è una vera e propria desertificazione umana. Gli ultimi dati, fanno segnare un’emigrazione che è arrivata a livelli d’allarme.Più di settecentomila persone stanno lasciando o hanno già lasciato la nostra regione. Bisogna far sì che le nuove generazioni restino sul nostro territorio e bisogna sopratutto garantire loro il diritto allo studio. L’ignoranza porta spesso e volentieri le nuove generazioni a credere che la camorra sia la panacea di tutti i mali. Bisogna estirpare questa concezione dalla mette delle nuvole generazioni, che rappresentano il futuro e la parte buona e produttiva del nostro paese”