“Aiuti umanitari, sicurezza e diritti umani”: sono le priorità del G20 straordinario sull’Afghanistan che il premier Mario Draghi ha formalizzato nel suo debutto (con un videomessaggio di circa 20 minuti) davanti ad un centinaio di leader mondiali alla 76/ma assemblea generale dell’Onu a New York. “Il vertice straordinario del G20 dovrà dare massimo sostegno a questi obiettivi”, ha detto in un intervento a tutto tondo, dove ha rilanciato la necessità del multilateralismo per affrontare le sfide globali, dalla pandemia ai cambiamenti climatici, dalla ripresa economica alla lotta alle diseguaglianze e all’insicurezza alimentare, sino alla risoluzione dei conflitti e alla lotta al terrorismo.
Draghi ha lanciato il G20 straordinario proposto sotto la presidenza italiana del forum evocando il rischio terrorismo e di una “catastrofe sociale e civile”. “La situazione umanitaria in Afghanistan è la più immediata e condivisa preoccupazione, anche per l’avvicinarsi dell’inverno”, ha spiegato.
“Ma dobbiamo pure evitare che il Paese torni ad essere una minaccia per la sicurezza internazionale”, ha avvisato, riferendosi alla presenza di gruppi affiliati ad Al-Qaeda e Daesh e invitando la comunità internazionale “a collaborare con efficacia, a partire dallo scambio di informazioni”. Per il premier il nuovo governo dei talebani, che “non risponde alle aspettative della comunità internazionale di un governo inclusivo e rappresentativo delle diverse componenti etniche, sociali e religiose del Paese”.
“I nuovi governanti devono dimostrare con le loro scelte, e non solo a parole, di credere nel rispetto delle libertà individuali”, ha attaccato, ammonendo che “in Afghanistan stiamo assistendo allo smantellamento dei progressi degli ultimi 20 anni relativamente alla difesa delle libertà fondamentali, soprattutto per le donne”. Il vertice sull’Afghanistan è stato presentato come prova concreta di quel multilateralismo che l’Italia vuole rilanciare. “Da qualche tempo – si è rammaricato – assistiamo a un progressivo indebolimento del multilateralismo, che ha garantito pace, sicurezza e prosperità a partire dal dopoguerra. Gli ultimi mesi ci hanno però posto davanti a problemi che non possiamo risolvere da soli”.
Tra i principali temi affrontati dal capo del governo quella della pandemia: “a oltre un anno e mezzo dall’inizio della pandemia possiamo pensare al futuro con maggiore ottimismo. La campagna di vaccinazione ci ha restituito fiducia nella nostra capacità di conquistare una nuova normalità. Dopo mesi di solitudine, la nostra vita sociale è finalmente ricominciata”.
Ma, ha messo in guardia, “la pandemia non è finita e anche quando lo sarà, avremo a lungo a che fare con le sue conseguenze”. Draghi ha quindi definito “moralmente inaccettabili” le “disparità” nella diffusione dei vaccini, “con più del 65% della popolazione dei Paesi ad alto reddito che ha ricevuto almeno una dose, contro il 2% dei Paesi più poveri”.
“Meno vaccinazioni equivalgono a più morti”, ha ricordato, aggiungendo che le “enormi differenze nelle campagne vaccinali rischiano di peggiorare anche le diseguaglianze socio-economiche” tra nazioni. Di qui l’impegno dell’Italia a favore dei Paesi più poveri, a partire da quelli del continente africano, “sempre più centrale per la sicurezza e la crescita economica mondiale”, con l’impegno della presidenza italiana del G20 anche a facilitare una ristrutturazione del debito dei Paesi più vulnerabili.
Il premier ha quindi rilanciato il suo allarme sul clima: “dobbiamo agire ora, per tutelare il pianeta, la nostra economia e le generazioni future”, ha incalzato, sostenendo che “è nostro dovere ascoltare i giovani perché saranno loro a ereditare il pianeta”. Draghi ha anche ribadito il “convinto sostegno” al ruolo guida dell’Unione Europea nella transizione ecologica e ha invitato i governi ad impegnarsi “direttamente per aiutare cittadini e imprese a sostenerne i costi”.
Alla Ue e ai suoi Paesi membri ha inviato altri due messaggi. Il primo è che “consolidi progressivamente” il proprio ruolo nelle missioni internazionali “in linea con le ambizioni del progetto europeo e in piena complementarità con l’Alleanza Atlantica”. Il secondo è che condivida “oneri e responsabilità” nella gestione delle migrazioni legate alla crisi in Libia, dove ha chiesto che siano garantiti lo svolgimento delle elezioni previste per il prossimo 24 dicembre e la piena attuazione del cessate il fuoco. Infine il sostegno ad una riforma per un Consiglio di Sicurezza “più rappresentativo, democratico, efficiente, trasparente e responsabile”.