Il premier Mario Draghi mette sul tavolo un’ultima mediazione sul tema delle pensioni.
Secondo quanto riportato da Ansa, si tratterebbe di Quota 102, cioè la possibilità di andare in pensione con 64 anni di età e 38 di contributi, nel solo 2022.
E’ una soluzione che piace alla maggioranza, Lega inclusa, ma si presenta come un segnale distensivo verso i sindacati, dopo la rottura al tavolo di martedì sera sulla legge di bilancio.
Questa proposta dà modo a Cgil, Cisl e Uil di tenere aperto un canale di confronto e disponibilità al dialogo. E a poche ore dall’arrivo della legge di bilancio in Consiglio dei ministri, sembra poter calmare le acque.
Anche se restano fronti aperti: dalla riforma del Reddito di cittadinanza, che non sembra convincere del tutto i Cinque stelle, alla cancellazione del cashback di Conte, fino agli 8 miliardi di taglio delle tasse, su cui si deciderà solo in un secondo momento.
Draghi, sul fronte pensioni, pensa che si debba tornare gradualmente a un sistema interamente contributivo, come quello indicato dalla legge Fornero.
Sul reddito di cittadinanza, invece, la cabina di regia ha stabilito che verrà confermato con fondo ampliato per raggiungere la platea sempre più allargatasi, ma dal secondo rifiuto di un lavoro “congruo” proposto, l’assegno inizierà a essere decurtato. Il tetto per il superbonus delle abitazioni monofamiliari sarà fissato a un Isee di 25mila euro.
Le linee della manovra sembrano dunque fissate, ma la certezza si avrà solo quando la legge di bilancio sarà effettivamente varata.