In meno di 24 ore ci sono stati due suicidi nelle carceri campane, arrivando a quota 6 vittime da inizio anno.
L’altro ieri Luigi Rossetti di 40 anni, ristretto nell’istituto penitenziario di Santa Maria Capua Vetere, nella prima mattina di oggi a Poggioreale è avvenuto il gesto che ha stroncato la vita di Fresca Alfonso di 39 anni.
Per il Garante Regionale Samuele Ciambriello e quello Metropolitano di Napoli Pietro Ioia: “Anche se i suicidi sono ascrivibili a diverse motivazioni, il carcere continua ad uccidere. Pertanto chiediamo al Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria e al responsabile dell’Osservatorio Regionale della Sanità Penitenziaria un incontro urgente tra più soggetti coinvolti nel mondo penitenziario per evitare che in questo periodo la solitudine e il vuoto trattamentale uccidano più di una pandemia. Il congelamento delle attività di risocializzazione, di volontariato, e di reinserimento, la diminuzione dei contatti con i propri affetti ha prodotto un evidente senso di abbandono e arrendevolezza”.
Sale a 29 il numero dei detenuti che su tutto il territorio nazionale si sono tolti la vita da inizio dell’anno, di cui 6 solo in Campania. Negli istituti di pena si continua a muorire per suicidio 13,5 volte di più che all’esterno del carcere.
ll numero di detenuti nelle carceri italiane è sceso del 13,9%, arginare il problema del sovraffollamento dunque non basta a contrastare il malessere della vita in carcere.
Ciambriello e Ioia concludono proponendo: “L’incremento delle figure sociali nelle carceri, l’attuazione di progetti rieducativi e umanizzanti: i detenuti non sanno cosa fare; bisogna incrementare le attività culturali, ricreative, formative, attuandole anche nelle fasce pomeridiane. L’incremento da parte delle Direzioni Penitenziarie e del Provveditorato di più risorse economiche nei progetti d’istituto che riguardino tali attività. La creazione, incominciando da Poggioreale, di più articolazioni psichiatriche che consentano maggiori cure a coloro che soffrono di patologie psichiche, dentro le carceri. La creazione di un’altra Rems o luogo similare che accolgano i detenuti che giacciono da prigionieri nelle carceri in attesa. Si può prendere in considerazione la vecchia proposta di creare presso il Gesù e Maria di Napoli un’esperienza analoga. Infine un appello al mondo del volontariato e del terzo settore: In questo periodo non lascino soli i detenuti”.