Immunoterapia sempre più arma ‘numero uno contro’ il cancro del polmone, in particolare per una delle forme più aggressive, quello che colpisce i fumatori. Lo conferma uno studio presentato al 52.esimo congresso della Società americana di oncologia clinica (Asco), in corso a Chicago fino al 7 giugno.
“I pazienti fumatori con cancro al polmone hanno sempre rappresentato un dramma per noi oncologi – dichiara Marina Garassino, responsabile dell’Oncologia toraco polmonare del Dipartimento di medicina oncologica della Fondazione Irccs Istituto nazionale dei tumori di Milano – perché fino a pochissimo tempo fa, fallita la chemioterapia, non c’erano alternative di cure. L’avvento dell’immunoterapia ha radicalmente cambiato lo scenario. Oggi parliamo addirittura di una sopravvivenza di diversi anni”.
Quest’anno all’Asco, spiega, “sono stati presentati i primi dati aggiornati di atezolizumab, la prima molecola anti PD-L1 che ha dimostrato un vantaggio di sopravvivenza rispetto alla chemioterapia. I dati sono stati aggiornati rispetto a quelli dell’anno scorso, evidenziando come la quantità di pazienti che può beneficiare di questo trattamento non è una piccola fetta, ma è molto più ampia”. Risultati significativi, se si pensa che ogni anno in Italia si registrano 40 mila nuove diagnosi di tumore al polmone e oltre 34 mila decessi. “Questi dati mostrano – commenta Sandra Horning, MD, Chief Medical Officer e Head of Global Product Development di Roche- che è necessario un follow-up più lungo per poter valutare pienamente i vantaggi delle immunoterapie oncologiche e che i mezzi tradizionali utilizzati per descrivere il beneficio clinico, come la sopravvivenza libera da progressione, possono non rappresentare la misura più sensibile per questa classe di trattamento”.
Fonte AdnKronos