È morto Elie Wiesel, premio Nobel per la pace e sopravvissuto alla Shoah. Aveva 87 anni. Lo ha annunciato Yad Vashem da Gerusalemme. Di cultura ebraica e di lingua francese, era nato in Romania e scampò ad Auschwitz.
È autore di decine libri tra i quali La notte, un racconto basato sulla sua personale esperienza di prigioniero nei campi di concentramento; tra le più recenti traduzioni in italiano si segnala Il mendicante di Gerusalemme (Edizioni Terra Santa 2014), un grande romanzo familiare sullo sfondo della guerra dei Sei giorni, che ingloba in sé la memoria della guerra arabo-israeliana del 1948 e, ancora più indietro nel tempo, fino all’Europa dei pogrom e della Shoah.
Wiesel fu premiato col Nobel per la Pace nel 1986 perché dopo la guerra era divenuto – si lesse nella motivazione – «messaggero per l’umanità». «È per gli esseri viventi che scrivo – affermava Elie Wiesel – e al tempo stesso per riconciliarli con i morti. Forse una tremenda ira li separa ed ecco perché, penso è giunta l’ora di cercare di riconciliarli».
«Elie era in tutto il suo essere un figlio fedele del popolo ebraico: lungo tutta la sua esistenza ha lottato per preservare l’esistenza ebraica dopo l’Olocausto», ha commentato Avner Shalev, direttore del museo dell’Olocausto di Gerusalemme, lo Yad Vashem.